Trapani, la rinascita di Salvatore Gambino | Da Dortmund alla lotta per la serie A /VIDEO

di Domenico Giardina

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Trapani, la rinascita di Salvatore Gambino | Da Dortmund alla lotta per la serie A /VIDEO

| domenica 02 Febbraio 2014 - 15:57

Il gol vittoria nello scontro diretto di Pescara ha riportato agli onori della cronaca il nome di Salvatore Gambino. Ala fantasista del Trapani nata in Germania ma di chiare origini siciliane, la cui rete potrebbe risultare decisiva nel prosieguo del campionato.

Il suo gol al 54′ minuto della sfida dell’Adriatico ha portato il decimo risultato utile consecutivo ai granata e il quinto posto in classifica, in piena zona playoff. In città è lui l’eroe di giornata, il figlio di emigranti venuto a diventare profeta in patria.

Eppure, a soli vent’anni, Gambino sembrava destinato a diventare il profeta di un’altra patria calcistica: quella del Borussia Dortmund dove è cresciuto e dove ha esordito nel mondo del calcio professionistico.

Forse in pochi lo ricorderanno ma la sua stella ha brillato di una luce molto intensa negli anni tra il 2003 e il 2005, quando il suo nome veniva puntualmente inserito nelle liste dei giovani europei più promettenti.

Gambino è sempre stato un giocatore di fantasia. E da giovane le sue finte avevano il potere di ubriacare calciatori ben più esperti. I tecnici delle giovanili del Borussia Dortmund stravedevano per lui. Edwin Boekamp, suo allenatore ai tempi delle giovanili giallonere, di lui diceva: “È un buon dribblatore, molto tecnico, imprendibile se lanciato in velocità verso la porta. In più ha tantissime idee in campo e grande sfacciataggine”. Quest’ultima qualità è da intendersi in senso positivo, naturalmente.

La sfacciataggine di chi non ha paura del grande proscenio e riesce a non far tremare le gambe di fronte ai grandi nomi. E Salvatore lo ha dimostrato alla sua seconda partita in Bundesliga, ad appena 20 anni. Matthias Sammer, allenatore del Borussia nel 2003/2004, dopo averlo lanciato all’undicesima giornata, in casa contro l’Amburgo, ha deciso di gettarlo nuovamente nella mischia contro il Bayer Leverkusen alla tredicesima.

Il suo compito era quello di giostrare da seconda punta, partendo largo alle spalle del gigante ceco Jan Koller. Sciolto da qualunque briglia Gambino ha messo in mostra tutto il suo potenziale. Con la sfacciataggine di cui parlava Boekamp ha lasciato con un palmo di naso i difensori del Bayer, Juan, Lucio, Nowotny e Placente, mica quattro sbarbatelli qualsiasi.

E intorno alla mezz’ora ha messo a segno due reti. La prima al 29′ con un tiro preciso dal limite dell’area, e la seconda da opportunista d’area di rigore. Da quel momento il pubblico lo ha adottato come nuovo astro nascente della squadra. Lo stesso Sammer non lo ha più tolto dal campo. Per lui è arrivato anche l’esordio in Europa, in coppa Uefa, nella sfortunata doppia sfida con il Sochaux.

Gambino però è sempre rimasto con i piedi per terra. La sfacciataggine meglio utilizzarla solo in campo. La sfortuna però era acquattata dietro l’angolo e non ha tardato a manifestarsi. L’annata successiva, quella che avrebbe dovuto voler dire consacrazione, è stata costellata da infortuni. Per lui alla fine solo 10 partite in campionato e nessun gol.

Improvvisamente qualcosa si è incrinato, non solo nel fisico. Complici i tanti infortuni in serie di Gambino è tornata in campo solo la pallida copia di quell’imprevedibile aletta. Finché il Borussia decise di cederlo al Colonia nel 2006, dopo un’altra stagione a corrente alternata.

Di colpo Gambino si è ritrovato nella seconda serie tedesca. In una squadra in lotta per la promozione, ma sempre nella serie B di Germania. A una prima stagione sul solco della precedente, solo 13 presenze e 2 reti, ne ha fatto seguito un’altra ancora peggiore: solo 8 presenze, quasi mai per intero.

Una caduta verticale che ha toccato il fondo nel momento in cui ha ceduto il legamento crociato del ginocchio destro, lasciando spazio a un calvario di tre operazioni in successione. Con il Koblenz nel 2008/2009 mette insieme due sole presenze prima della recissione del contratto. Le prove con Rot Weiss Ahlen e Kongsvinger (squadra norvegese) non danno frutti. A soli 26 anni, nel 2009, la carriera sembra ormai finita.

Finché, dopo un anno e mezzo di inattività è arrivata l’offerta del Trapani in Seconda Divisione. La squadra del presidente Vittorio Morace è giovane e ambiziosa. Perché non provare a ripartire da lì?

Roberto Boscaglia non se lo è fatto dire nemmeno mezza volta e si è lanciato nell’impresa di recuperare al calcio professionistico quel giovane talento sfortunato. Tra il dicembre 2010 e il giugno 2011 solo 10 presenze ma Gambino è tornato ad essere un calciatore professionista. Era questa la prima tappa da raggiungere con forza. Insieme alla promozione nella categoria superiore.

Nella stagione 2011/2012 arriva prepotente la nuova esplosione in Prima Divisione: Gambino è rinato, diventando uno dei pilastri della squadra che ha visto sfumare la serie B solo ai playoff. Ben 32 partite condite da 9 reti in campionato, più altre 3 con 1 gol nei playoff. Una nuova vita. L’esempio che una seconda occasione può sempre arrivare, anche da quel luogo lontano conosciuto solo nei racconti dei nonni.

Il resto è storia recente: la promozione in serie B e l’attuale campionato. Da comprimario ma con una marcia in più. E i tre punti pesantissimi di Pescara lo dimostrano. Boscaglia sa che nei momenti difficili può sempre contare su di lui. Perché chi ha saputo rialzarsi, nonostante le ferite dolorose nel corpo e nell’animo, non ha paura di niente e di nessuno.

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