Condannato lo stalker di Monica Leofreddi. “Dal 2010 ha seguito ogni mio movimento”

di Redazione

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Condannato lo stalker di Monica Leofreddi. “Dal 2010 ha seguito ogni mio movimento”

| martedì 04 Febbraio 2014 - 19:58

Condannato a un anno e sei mesi di reclusione l’uomo che dal 2010 perseguita senza sosta Monica Leofreddi. La decisione è stata presa dal giudice del tribunale di Roma, Angelo Giannetti.

Goffredo Imperiali di Francavilla, nobile decaduto residente a Terracina, 50 anni, è stato condannato al pagamento alla conduttrice di una provvisionale pari a 20 mila euro e a risarcire i danni in sede civile.

La Leofreddi ha accolto tra le lacrime la sentenza e ha detto: “Spero che questa decisione sia l’inizio della fine di una vicenda drammatica. Lui conosce ogni movimento della mia vita, è come uno squalo che mi gira intorno. Anche nei giorni scorsi, dopo l’ultima udienza in tribunale, mia madre ha detto di averlo visto in zona. Mi perseguita in modo molto lucido, la sua è una presenza costante”.

Dal canto suo lo stalker ha ammesso di essere colpevole. Ha parlato di un “amore cosmico” per la presentatrice televisiva che lo ha portato, in questi anni, a presentarsi a casa dei suoi genitori spacciandosi per commercialista, ad acquisire i suoi dati bancari, a presentare esposti a funzionari Rai perché la facessero lavorare di più, a chiedere informazioni al portiere dello stabile e ai commercianti del quartiere per avere notizie sulla sua vita privata.

Ha chiesto persino il riconoscimento di paternità del figlio al tribunale dei minori: “so bene di non essere il padre ma volevo essere per il bambino un riferimento positivo per gli anni a venire. E ammetto anche di esser passato davanti alla casa dei genitori di Monica perché la stazione dei carabinieri alla quale consegnavo della documentazione si trovava in zona, poco distante. In ogni caso non ho mai chiesto il riconoscimento di paternità ma solo l’affidamento”.

“Monica Leofreddi – ha detto il suo difensore, l’avvocato Sonia Battagliese in sede di arringa – si è trovata catapultata a vivere in una prigione silenziosa che giorno dopo giorno sta strangolando la sua vita nella quale si è progressivamente intrufolato l’imputato. La mia assistita sta vivendo un incubo da quasi 4 anni e la sua vita non è più serena: ha rinunciato ad apparire in tv e a sottoscrivere i contratti, non esce più da sola e anche il figlio viene guardato a vista quando va a scuola. Questa non è vita”.

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