Addio a Carla Accardi, signora dell’astrattismo italiano | Bonito Oliva: “Resterà tra i grandi del XX secolo”

di Redazione

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Addio a Carla Accardi, signora dell’astrattismo italiano | Bonito Oliva: “Resterà tra i grandi del XX secolo”

| domenica 23 Febbraio 2014 - 19:00

È morta oggi a Roma Carla Accardi, grande esponente dell’astrattismo italiano, aveva 89 anni. Nata a Trapani il 24 ottobre 1924, studia all’Accademia di belle arti per poi trasferirsi a Roma nel 1946.

Qui dà vita con Attardi, Consagra, Turcato, D’Orazio al gruppo Forma 1, pietra miliare dell’avanguardia italiana d’ispirazione marxista. E’ tra le pioniere del femminismo e anche precorritrice dell’arte povera.

”L’artista muore e l’opera resta. E l’opera di Carla Accardi avrà una lunga vita”. Achille Bonito Oliva è commosso quando parla all’ANSA dell’amica appena scomparsa in un’ospedale romano. ”Troppo poco definirla la Signora dell’Astrattismo”, dice, ”lei è stata tra i più grandi artisti del XX secolo”, una ”che aveva la creatività nel metabolismo”, capace di rinnovarsi fino all’ultimo, senza ripetersi e senza diventare mai decorativa.

Accardi, fa notare Bonito Oliva, ”ha operato in un’epoca di rinnovamento del nostro paese con un linguaggio personale e in un gruppo in cui era l’unica presenza femminile, sempre in un rapporto alla pari con altri pittori anche loro fuori dall’ortodossia, fuori da un’idea di impegno retorico come quello predicato dal Partito Comunista degli anni Cinquanta, sfidando l’isolamento e rinnovando il linguaggio dell’ arte con un respiro internazionale, è stata tra le artiste più significative”.

“Una donna – continua il critico – che aveva un bisogno di operare di lavorare, di creare. La creatività faceva parte del suo metabolismo, la creativita’ la teneva in vita. E quello che è importante è che in lei non c’è mai ripetizione, mai maniera, mai decorazione”. Dalle ceramiche alle plastiche, le tende, ricorda ancora Bonito Oliva, Accardi ha lavorato a 360 gradi, invadendo lo spazio con la tridimensionalità”.

”Carla ha vissuto il successo con sobrietà, – continua Bonito Oliva – lei era schiva, discreta e anche pudica. Ma nello stesso tempo aveva anche un forte temperamento”. Lascia opere molto belle, conclude Bonito Oliva citando i grandi pannelli in ceramica Senza Titolo posti sotto il porticato del Municipio a Gibellina, dove l’artista fu chiamata a lavorare per la ricostruzione post terremoto insieme a Burri, Rotella, Consagra, Guttuso, Schifano, Sanfilippo, solo per citarne alcuni. ”Lei non c’è più, ma le sue opere rimarranno”.

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