Enrico Letta verso la fuoriuscita dal Pd | Per l’ex premier incarico di prestigio a Parigi

di Elena Di Dio

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Enrico Letta verso la fuoriuscita dal Pd | Per l’ex premier incarico di prestigio a Parigi

| mercoledì 26 Febbraio 2014 - 12:12

L’abbraccio con Bersani, l’applauso di tutti i deputati Pd, i continui richiami (un po’ ipocriti) nei discorsi dei suoi ex compagni di viaggio al grande lavoro svolto. Ma soprattutto il ritorno di Enrico Letta, nelle vesti di deputato semplice, a Montecitorio si distingue per una scelta plateale: l’ex premier non si è seduto fra i banchi destinati al Partito democratico. Il suo ex partito, sostengono in tanti.

E d’altronde come avrebbe potuto farlo l’ex vicesegretario nazionale del Pd? Come, dopo che nella seduta della direzione nazionale Dem del 13 febbraio, tutto il partito in massa gli ha voltato le spalle approvando la relazione del segretario Matteo Renzi che lo sfiduciava. Per lui più di un tradimento. D’altronde si era compreso già il giorno prima quando Letta aveva convocato, nonostante sapesse bene la piega che avrebbe preso la seduta del Parlamentino Dem del giorno successivo, la conferenza stampa in cui presentava il suo Impegno Italia 2014 rivendicando il lavoro fatto e quello ideato. 

Non è solo un gesto simbolico quello di Letta, è certamente un messaggio: deputato sì ma fuori dal Pd. D’altronde altri segnali, non ufficiali, in queste settimane si stanno già producendo con l’interesse mostrato dall’ex premier sull’andamento del dibattito interno in altri partiti.

Dopo la cacciata da palazzo Chigi ed espletati tutti i riti di cerimonia (compreso la scambio della campanella più gelido che la storia ricordi), Letta si è preso un periodo di riposo tornando appositamente da Londra per il voto di fiducia alla Camera dei deputati. Ma – e su questo c’è certezza – è proprio fuori dai confini nazionali che l’ex presidente del consiglio troverà la sua strada politica. Verso l’Europa.

Per lui si lavora ad un posto di grande prestigio a capo di un centro di studi politici. A Parigi, però. Un passaggio intermedio fino ad ottenere quel posto di commissario europeo che in tanti gli hanno profilato come compensazione alla cacciata ma che Letta ha sempre rifiutato. Chissà che a proporlo in un incarico a Bruxelles non sia un paese straniero e non il governo italiano guidato da Matteo Renzi?

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