Nuova epurazione tra le fila del M5S | L’assemblea vota l’espulsione dei 4 dissidenti

di Redazione

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Nuova epurazione tra le fila del M5S | L’assemblea vota l’espulsione dei 4 dissidenti

| mercoledì 26 Febbraio 2014 - 08:26

In un assemblea congiunta tra senatori e deputati il Movimento 5 Stelle ha votato si all’avvio della procedura d’espulsione dal gruppo parlamentare dei senatori Luis Alberto Orellanna, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino. Il prossimo passo, la decisione finale, sarà fatta attraverso il voto del web in cui i militanti del M5S potranno scegliere se i senatori indicati potranno continuare ad essere parte del gruppo dei 5 stelle in Parlamento. Nonostante un voto che sembrava scontatom non sono mancate le sorprese durante la votazione.

La prima sorpresa è stata la presenza dei quattro senatori messi all’indice per aver dissentito dalla scelta di Grillo di non volere dialogare con Matteo Renzi il giorno delle consultazione. I senatori avevano fatto intendere che non avrebbero partecipato, ma hanno, infine, deciso di affrontare il “processo”, così definito da loro stessi, pubblico e difendersi di fronte all’assemblea a 5 stelle. In secondo luogo la sorpresa è stata generata dalla scelta di mettere in onda, attraverso uno streaming, la riunione che ha permesso di vedere le divisioni interne ai gruppi parlamentari.

La difesa dei colleghi è arrivata da parte di alcuni altri senatori, ma la maggioranza si è schierata contro i “dissidenti”. La posizione di Alessio Tacconi è quella più forte. Il senatore è arrivato al punto di chiedere che fosse aggiunto il suo nome alla lista dei dissidenti perché “non hanno violato il codice di comportamento ma sono stati autori di un reato di opinione”.

Una linea non dissimile da quella di Tommaso Currò, Walter Rizzetto e Mimmo Pisano, che hanno però avuto sfumature diverse nella loro critica all’atteggiamento del Movimento 5 stelle. La difesa dei quattro senatori messi all’indice è stata centrata sul fatto che non c’è stata nessuna violazione del regolamento e che la condanna è arrivata da un post del blog di Beppe Grillo. Mentre per gli accusatori, invece, la vicenda è stata gravata anche dalla creazione di un ufficio comunicazione diverso da parte dei 4 senatori e questo ha dato vita ad un gruppo alternativo.

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