Palermo, condannati gli estorsori dello chef Natale Giunta

di Redazione

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Palermo, condannati gli estorsori dello chef Natale Giunta

| giovedì 27 Febbraio 2014 - 15:32

Giovanni Rao e Maurizio Lucchese, gli estorsori dello chef Natale Giunta, sono stati condannati dalla terza sezione del Tribunale di Palermo rispettivamente a sette anni e otto mesi di reclusione e sei anni e otto mesi.

Il pubblico ministero Caterina Malagoli aveva chiesto la condanna a sette anni e quattro mesi per Rao e a sei anni e quattro mesi per Lucchese. In abbreviato, per lo stesso reato sono processati Antonino Ciresi, Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Le accuse sono tentata estorsione, minacce e danneggiamenti.

Le richieste di denaro sarebbero avvenute nel 2012, quando Giunta gestiva la società di catering Ng Service. Ciresi si sarebbe fatto avanti, sarebbero poi seguite minacce alla vittima a cui sarebbe stato consigliato di “mettersi a posto” da Perricone e Battaglia. Giunta, però, tramite l’associazione antiracket Libero Futuro si rivolse alla polizia e denunciò gli estorsori.

Il 2 marzo 2012 Maurizio Lucchese, noleggiatore di auto, chiama Giunta. Alle 17, secondo il racconto della vittima, si presenta nell’ufficio di Giunta, in via Enrico Albanese. È in compagnia di due persone: uno anziano, che sarebbe stato Ciresi, e l’altro di circa 40 anni, che viene descritto come basso di statura, capelli scuri e occhiali da vista spessi. Successivamente sarà identificato in Giovanni Rao. Giunta non ricorda però, nella denuncia, che Rao è strabico, ha solo due denti e gli manca una falange dell’indice.

Tutti particolari, che secondo la difesa lo chef avrebbe dovuto notare. I due avrebbero fatto a Giunta la richiesta di “mettersi a posto”. Cinque giorni dopo Giunta si presenta in caserma. Denuncia e riconosce in foto Maurizio Lucchese e Antonino Ciresi, che ha precedenti per mafia. Il 24 maggio 2012 viene lasciato sull’auto di Giunta un biglietto: “Mettiti apposto un fari u’ sbirru picchi ti finisci mali”.

Dopo qualche mese Lucchese si sarebbe fatto di nuovo vivo, dicendo che c’erano degli amici che dovevano parlare con il cuoco. Il 7 gennaio Giunta avrebbe ricevuto la visita di Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia che gli avrebbero chiesto il pizzo per Natale e per Pasqua. Gli imputati negano tutti avere partecipato alle estorsioni.

I parenti di Giovanni Rao e Maurizio Lucchese, appena usciti dall’aula dove è stata pronunciata sentenza di condanna per i loro cari, hanno cominciato a inveire contro il Tribunale e contro la sentenza che ritengono ingiusta.

I familiari dei due condannati hanno divelto le strutture che reggono le bandiere dell’Italia e dell’Unione europea, al secondo piano del palazzo di giustizia, spostando panchine e bacheche.

Disperata la moglie di Rao mentre la figlia, incinta, è svenuta. La massiccia presenza dei carabinieri ha impedito danni peggiori. Uno dei parenti è stato fermato e portato via dalle forze dell’ordine.

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