Cinque falsi miti da sfatare su cani e gatti

di Roberta Zarcone

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Cinque falsi miti da sfatare su cani e gatti

| lunedì 03 Marzo 2014 - 10:39

Luoghi comuni e leggende metropolitane riguardano ogni aspetto della vita umana, compresa quella dei nostri amici a quattro zampe. Quante volte si sentono frasi del tipo: “Non prendere un Dobermann, all’età di sette anni impazzisce”, oppure “una donna è incinta non deve tenere in casa il gatto perché potrebbe contrarre la toxoplasmosi” o ancora “se il vostro cucciolo fa i bisogni in casa, per rimproverarlo, strofinategli il muso sulla pipì”.

Grazie all’aiuto di Valerio Di Mento, veterinario del Centro Veterinario Aristotele di Palermo, sfateremo cinque miti nei confronti di cani e gatti.

“Un Doberman a sette anni impazzisce perché la sua scatola cranica non riesce a contenere lo sviluppo del suo cervello”

Un Dobermann compiuti sette anni non impazzisce affatto. Fughiamo ogni dubbio: non è vero che a un tratto la scatola cranica di questa razza canina non riesce più a contenere la crescita del suo cervello e che quindi, comprimendolo, porti il cane alla pazzia. A sette anni il cane è già formato, la crescita si è fermata. Questa maldicenza probabilmente si deve al fatto che questi cani furono utilizzati in guerra dalle S.S per la loro forza e l’obbedienza.

“Sono incinta, devo dare via il gatto”

Si dice che i gatti siano certi portatori di toxoplasmosi e che contagino le donne in dolce attesa. Falso! È più probabile che una donna incinta contragga questa malattia da cibi poco cotti o verdure lavate con poca cura. Per dovere di cronaca va detto che il gatto potrebbe contrarre la toxoplasmosi, ma l’unico modo in cui potrebbe contagiare un essere umano sarebbe tramite il contatto ripetuto e prolungato con le feci. La malattia, infatti, è trasmissibile per via oro-fecale, quindi basta non entrare in contatto con i bisogni del micio e far cambiare ad altri il terriccio della lettiera.

“Strofinare il muso del cucciolo sulla pipì per rimproverarlo se ha fatto i bisogni in casa”

Pratica poco utile e soprattutto crudele! Il cane non capirà nulla, soprattutto se il padrone scopre il misfatto ore dopo. In questo caso, per esempio, il cucciolo non assocerà il severo rimprovero con l’errore legato al luogo in cui fare pipì. Il risultato ottenuto sarà solo quello di aumentare la sua insicurezza. Soprattutto potrebbe pensare che l’errore consista semplicemente nell’aver fatto pipì, comincerà a nascondersi per espletare i suoi bisogni e non osiamo immaginare dove potremmo ritrovarli.

“Un anno del cane equivale a sette dell’uomo”

Falso. Non esiste una diretta correlazione fra età del cane e quella dell’uomo. L’età del cane va rapportata alla razza, al peso e allo stile di vita. Così un cane Yorkshire di otto anni sarà un adulto nel pieno delle sue forze, mentre un Alano della stessa età può essere considerato già un soggetto anziano.

“L’osso al cane e il latte ai gatti”

Scordate per sempre i cartoni animati. Le ossa ai cani fanno più male che bene, soprattutto se si tratta di ossa lunghe, che si spezzano facilmente (come quelle di pollo, per esempio). Il cane rosicchiandole potrebbe romperle e ingerirne dei pezzi che danneggerebbero gravemente il suo intestino. Dopo una certa età, non date più latte al vostro gatto. Il felino perde la capacità di assimilarlo correttamente dopo lo svezzamento (così come i cani) e da adulti l’ingestione dello stesso potrebbe provocargli fastidiosissimi problemi.

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