Social card, nessuna famiglia ne ha usufruito | Inutilizzati cinquanta milioni di euro

di Redazione

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Social card, nessuna famiglia ne ha usufruito | Inutilizzati cinquanta milioni di euro

| mercoledì 05 Marzo 2014 - 15:39

Nessuna famiglia italiana ha ricevuto il sostegno della nuova social card a due anni dalla sua istituzione, nonostante siano stati stanziati cinquanta milioni di euro. Lo denuncia un monitoraggio effettuato da Caritas Italiana e Save the Children, che chiedono al Governo e agli enti locali di rivedere e semplificare le modalità di assegnazione del sussidio.

La nuova Social Card è una carta acquisti con un importo fino a 404 euro al mese, rivolta ai nuclei familiari caduti in povertà. La sperimentazione – istituita con dl del 9 febbraio 2012 e resa attuativa il 10 gennaio 2013 – prevede questa distribuzione dei 50 milioni: Bari: 3 milioni, Firenze 1,5, Genova 2,6 milioni, Milano 5,5, Torino 3,8, Verona 1,1 circa, Venezia idem, Roma 11,6 circa, Palermo 6,1, Catania 2,7, Napoli 8,9, Bologna 1,6.

Le prime erogazioni erano attese a novembre 2013 ma alla data del 31 gennaio 2014, secondo il monitoraggio, non è stata ancora erogata in nessuno dei 12 Comuni coinvolti. Le problematiche, sottolineano le due organizzazioni, sono diverse, prima tra tutte l’individuazione dei beneficiari secondo criteri d’accesso numerosi, stringenti e in un certo senso contraddittori, che hanno di fatto escluso un grande numero di potenziali beneficiari.

Per beneficiare del contributo le famiglie devono infatti dimostrare da un lato di essere in una condizione di “nuova povertà” (aver perso il lavoro nei 36 mesi precedenti o, in alternativa, aver avuto un contratto di lavoro con un reddito inferiore a 4.000 euro nei sei mesi precedenti la richiesta) e dall’altro di trovarsi già in una situazione di bisogno estremo (un Isee di 3.000 euro l’anno, un patrimonio mobiliare di valore inferiore a 8.000 euro, un’abitazione con valore Ici inferiore a 30.000 euro e il mancato possesso di veicoli di recente acquisizione).

Di fatto restano esclusi sia i cosiddetti nuovi poveri (a causa del criteri riguardanti l’abitazione, possesso beni mobili e veicoli di recente acquisizione) sia coloro che si trovano in povertà assoluta (dovuto al criterio della perdita recente del lavoro).

“Chiediamo al Governo Renzi e a tutte le istituzioni coinvolte di fare arrivare a destinazione, senza ulteriori ritardi, in tutte le città oggetto della sperimentazione, i fondi stanziati da più di due anni per il sostegno alle famiglie in povertà. Se pensiamo alla vita quotidiana di famiglie con bambini che sopravvivono con meno di 3.000 euro di Isee l’anno, è facile cogliere la gravità delle lentezze burocratiche nell’assegnazione di un contributo già stanziato da tempo” afferma Raffaela Milano di Save the Children, che ricorda come in Italia, in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, l’impoverimento ha colpito con particolare intensità i bambini: oltre un milione sono quelli in povertà assoluta – pari a 1 minore su 10 – con una crescita del 30% fra 2012 e 2013.

“La preoccupazione della Caritas per le condizioni delle famiglie italiane, in quest’anno ancora pesantemente segnato dalla crisi, è grande” fa eco don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, che aggiunge: “per questo sono importanti tutte le azioni che potrebbero segnalare una attenzione nuova del Governo alle fasce più deboli, come l’avvio effettivo delle sperimentazioni della nuova carta acquisti, la pronta definizione del Piano operativo per il nuovo fondo europeo sui beni essenziali, una più efficace azione contro la povertà minorile e l’evasione scolastica”.

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