Traffico di cuccioli, un business illegale e squallido

di Aurora Tagliavia

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Traffico di cuccioli, un business illegale e squallido

| mercoledì 12 Marzo 2014 - 10:28

Sempre più di frequente si sente parlare ai tg nazionali di arresti di persone e medici veterinari implicati nel traffico di cuccioli provenienti dall’est. Vorrei approfondire questo argomento, perché è proprio a causa della disinformazione che le persone, ingenuamente, continuano ad incentivare questo traffico illegale di vite; il desiderio di avere un cucciolo di razza acquistato a prezzi bassissimi è l’unica vera causa scatenante del traffico di cuccioli.

Cuccioli che vengono tolti prematuramente alle madri, quindi con poche difese immunitarie, sottoposti a viaggi terribili, in condizioni igienico sanitarie carenti. Vittime di questo traffico non solo i cani, ma anche gatti, uccellini e pappagalli, che varcano i confini nazionali spesso già morti o comunque gravemente malati e privi dei relativi “documenti d’identità”, che vengono poi falsificati grazie all’intervento anche di medici veterinari compiacenti.

Sulle loro spalle, grava un impressionante giro d’affari, controllato da vere e proprie organizzazioni criminali. Un cucciolo straniero vale economicamente fino a 20 volte meno del suo corrispettivo italiano, un cane di razza di origine ungherese, può essere venduto a 200 euro, ma diventato italiano verrà venduto per un prezzo compreso addirittura tra i 500 e i 1500 euro.

I cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere “fabbriche di cuccioli”, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. Una volta raggiunti i 30 giorni di età, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese.

Il precoce distacco dalla madre causa poi ai cuccioli traumi affettivi, deficit di autocontrollo e gravi problemi comportamentali nei futuri soggetti adulti. Privi delle difese immunitarie, i cuccioli possono contrarre malattie mortali, come il cimurro e la parvovirosi, persino la rabbia, che è un pericolo anche per l’uomo.

Un cucciolo su tre muore, spesso dopo essere stato acquistato in negozio. Se si desidera un cucciolo di razza, bisogna rivolgersi ad allevamenti seri e affidabili, che hanno a cuore la salute delle cagne e dei relativi cuccioli, e che mettono in pratica un’attenta selezione dei soggetti riproduttori, proprio al fine di evitare tare genetiche o caratteriali (cani eccessivamente timidi o aggressivi…).

Un allevatore serio non metterebbe MAI in vendita i suoi cuccioli presso negozianti, che tengono i piccoli all’interno di vetrine come semplici oggetti inanimati; ne segue tutta la trattativa di vendita per ogni singolo cucciolo, vuole conoscere i nuovi “genitori” umani e valuta con attenzione in quale nuova circostanza andrà a vivere il piccolo.

Insomma, il traffico di cuccioli provenienti dall’est, altro non è che uno squallido business illegale in cui esseri viventi indifesi sono ridotti a merce su cui lucrare, senza scrupoli. Un traffico ancor più insensato se si pensa ai tanti cani che aspettano solo di trovare un padrone amorevole dietro le grate di un canile.

(L’autrice è addestratrice e titolare della pensione Happy Dog)

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