Mafia, sequestro della Dia a un pregiudicato | Confiscati beni per oltre 5 milioni di euro

di Redazione

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Mafia, sequestro della Dia a un pregiudicato | Confiscati beni per oltre 5 milioni di euro

| martedì 01 Aprile 2014 - 07:55

Sequestro di beni, mobili e immobili, per oltre 5 milioni di euro a un pregiudicato di origine pugliese, Girolamo Conte, residente nella provincia di Modena. Lo ha eseguito la Direzione investigativa antimafia di Bologna, su richiesta della Sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto.

Due le società sequestrate, insieme a decine di altri beni immobili, autovetture e svariati rapporti finanziari: la “Hammer srl”, società per la costruzione di edifici residenziali con sede a Modena, e la “White Queen srl”, società di noleggio di autovetture, sempre con sede a Modena.

Nel provvedimento si legge che “Conte ha commesso reati associativi gravi a scopo di lucro (di stampo mafioso e in materia di narcotraffico e armi) per tutto il quadriennio ricompreso tra il 1990 e luglio 1995, interrompendoli coattivamente per effetto della misura cautelare in carcere che attingeva anche i suoi sodali”. Inoltre, Conte “risulta soggetto inquadrabile sotto il profilo soggettivo di indiziato, cioe’ di appartenente alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p.”, e si fa riferimento anche alla sentenza di condanna a 10 anni dieci di reclusione emessa dal Tribunale di Taranto nel 1998 e divenuta definitiva nel 2001.

Viene anche ricordato che Conte è stato in passato destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale emessa dal Tribunale di Taranto, dove si leggeva che era stata accertata “l’esistenza e l’operatività nella provincia di Taranto dal 1990 al 1994 di associazione a delinquere di stampo mafioso diretta da Putignano Carmelo e Attorre Domenico, nonché di un parallelo sodalizio armato…dedito al traffico di sostanze stupefacenti” ed inoltre “con la medesima sentenza del Tribunale di Taranto in data 2 giugno 1998 è stata altresì accertata l’appartenenza” di Conte “al medesimo clan mafioso”.

Gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia di Bologna hanno interessato anche i familiari e i conviventi di Conte, i cui possedimenti risultavano comunque riconducibili a lui.

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