“L’Agenzia per i beni confiscati funziona male, bisogna cambiare” | Rosy Bindi a Palermo chiede “una riforma radicale”

di Redazione

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“L’Agenzia per i beni confiscati funziona male, bisogna cambiare” | Rosy Bindi a Palermo chiede “una riforma radicale”

| venerdì 04 Aprile 2014 - 14:13

“Ci vuole una riforma radicale dell’Agenzia per i beni confiscati per fare in modo che torni a funzionare bene”. Così il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, intervenuta al convegno “Ripensare l’Antimafia” allo Steri di Palermo.

Per la Bindi l’Agenzia “ha bisogno di nuovi strumenti e nuove professionalità. Noi proponiamo una rivoluzione nella gestione dei beni confiscati e se il governo, come credo farà, interverrà per riformare l’Agenzia, forse vale la pena aspettare qualche mese per poi nominare un direttore che poi risponda alla nuove caratteristiche”.

La gestione attuale dovrebbe passare attraverso un commissario, secondo quanto ipotizzato dalla Bindi: “Bisogna andare contro la vecchia ottica dell’Agenzia, per questo propongo di nominare un commissario e non un direttore. Siccome credo che su questo tema ci sia una certa impellenza, se il governo su questa materia presenta una proposta, anche con il ricorso con provvedimenti d’urgenza, il Parlamento credo che sarebbe pronto a discuterne”.

Durante il convegno si era espresso in maniera analoga anche il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Vincenzo Oliveri, che ha sottolineato il malfunzionamento dell’Agenzia.

La presidente dell’Antimafia è tornata anche sulla polemica a distanza con il prefetto Caruso proprio sull’Agenzia nazionale:  “Non avrebbe dovuto prendersela con gli amministratori giudiziari lasciando ombre perfino sulla magistratura. Per le sue accuse siamo venuti a Palermo a fare delle verifiche ma denunciare non basta. Noi proponiamo una rivoluzione nella gestione dell’Agenzia. Non significa che un prefetto non può farlo ma qui bisogna entrare nella mentalità manageriale. Si tratta di gestire un patrimonio immenso con una visione prospettiva. Non voglio buttare una croce addosso a nessuno -ha concluso- ma non siamo nemmeno entusiasti”.

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