Il calcio piange Vujadin Boskov | Vinse lo scudetto con la Sampdoria nel 1991

di Domenico Giardina

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Il calcio piange Vujadin Boskov | Vinse lo scudetto con la Sampdoria nel 1991

| domenica 27 Aprile 2014 - 19:57

Il mondo del calcio piange Vujadin Boskov, allenatore serbo capace di vincere lo scudetto in Italia con la Sampdoria nel 1991.

Boskov si è spento a 82 anni. ne avrebbe compiuti 83 il prossimo 16 maggio. Oltre allo storico scudetto del 1990/91 Boskov rimane legato a un altro trionfo blucerchiato: la Coppa delle Coppe vinta nel 1989/90. Sempre alla guida di quella squadra straordinaria, che aveva in Vialli e Mancini una formidabile coppia d’attacco, arrivò in finale di Coppa dei Campioni nel 1992 perdendo 1-0 contro il Barcellona ai supplementari.

Boskov è stato anche allenatore del Real Madrid con il quale vinse una Liga nel 1979/80 e due Coppe di Spagna. In Italia ha allenato anche Ascoli, Roma, Napoli e Perugia. Con i marchigiani conquistò una promozione in serie A nel 1985/86, mentre i tifosi della Roma lo ricorderanno sempre per essere stato colui che fece esordire Francesco Totti.

Tecnico giramondo, ha allenato, oltre che in Italia, in Spagna e nel suo Paese l’allora Jugoslavia, anche in Olanda e in Svizzera. Con L’Ado Den Haag riuscì anche a conquistare una Coppa d’Olanda.

Per ben due volte, tra il 1971 e il 1973 e dal 1999 al 2001 è stato anche commissario tecnico della sua Nazionale. In Italia è ricordato anche per la sua grande simpatia e per le sue battute secche. “Rigore è quando arbitro fischia” è ancora oggi una delle massime più ripetute dagli appassionati di calcio di ogni età.

La Sampdoria lo ha voluto ricordare pubblicando su Twitter una foto del tecnico con uno scudetto in mano.

 

L’attuale allenatore blucerchiato, Sinisa Mihajlovic, lo ha descritto come una figura “vicina a quella di un padre. È stato un maestro, un esempio, sul piano calcistico e anche sul piano umano – ha detto Mihajlovic -, una di quelle persone che non vorresti mai perdere e quando se ne vanno lasciano un vuoto incolmabile”.

“Di sicuro non lo dimenticherò – ha aggiunto -. Insieme abbiamo condiviso diverse esperienze che porterò per sempre con me. Vujadin resterà una persona unica, inimitabile, una leggenda del calcio serbo e un mito per ogni sampdoriano. Partirò domani per la Serbia per rendergli l’ultimo saluto, quello che merita un grande uomo, di sport e di vita, come è stato lui”.

I funerali si svolgeranno martedì a Begec, sua città natale a 15  chilometri da Novi Sad.

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