Gli animalisti contro Dolce e Gabbana | “Usano la sabbiatura, processateli per strage”

di Redazione

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Gli animalisti contro Dolce e Gabbana | “Usano la sabbiatura, processateli per strage”

| venerdì 02 Maggio 2014 - 15:33

Nuovi guai in arrivo per Dolce e Gabbana dopo la condanna a 18 mesi di reclusione e al pagamento di una multa da 346 milioni di euro per evasione fiscale. A puntare stavolta il dito contro la coppia di stilisti sono gli animalisti.

Ogni giorno condannano a morte milioni di animali per produrre i loro squallidi capi di abbigliamento e ad oggi continuano a produrre jeans sbiancati con il metodo della “sabbiatura” nonostante questa procedura sia considerata illegale in gran parte del mondo”.

Non nasconde la propria indignazione Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus. E ne spiega anche le ragioni: “La sabbiatura infatti è utilizzata per ottenere jeans invecchiati, sdruciti, scoloriti e viene eseguita attraverso getti di sabbia “sparati” con aria compressa su ogni singolo jeans. Questa tecnica produce una grande quantità di polvere e particelle sottili di biossido di silice: l’esposizione continua e duratura dei lavoratori a queste particelle, provoca la silicosi, malattia che in molti casi è letale.

La tecnica della sabbiatura – continua Caporale – è vietata in Europa dal 1966, ma viene utilizzata in altri Paesi così detti in via di sviluppo (Cina, India, Bangladesh, Pakistan, Nord Africa…), privi di tutele per i lavoratori e dove il costo del lavoro è minore. La Turchia, ex leader nella lavorazione dei jeans sbiancati, ha vietato la sabbiatura nel 2009, dopo aver accertato che ha causato circa 6.000 malati e 100 morti per silicosi.
La Clean Clothes Campaign ha lanciato una Petizione internazionale che chiede agli stilisti di evitare l’utilizzo del denim trattato con il metodo del sandblasting. Giorgio Armani, Versace, Gucci, H&M, Levi’s ed altre aziende si sono affrettate a vietare il processo, mentre Dolce & Gabbana e Cavalli nonostante le prove della mortalità di questa tecnica, continuano ad ignorare questa petizione”.

Poi, ‘l’affondo’: “Questi signori – conclude Caporale – hanno anche avuto il coraggio di dire al comune di Milano “FATE SCHIFO” ma, chi fa veramente schifo sono le persone come loro che, infrangono la legge, sfruttano e fanno ammalare gli operai, uccidono gli animali e distruggono l’ambiente che ci circonda. Dopo la condanna per evasione, che non sconteranno mai in carcere (purtroppo), vogliamo ora sapere quando si aprirà nei loro confronti un processo per strage di giovani operai e di specie animali protette”.

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