Il mostro di Firenze, una storia italiana | Chi era Pacciani? Era davvero lui il colpevole?

di Domenico Giardina

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Il mostro di Firenze, una storia italiana | Chi era Pacciani? Era davvero lui il colpevole?

| lunedì 05 Maggio 2014 - 16:57

Una donna uccisa, trovata nuda e “crocifissa” su una sbarra in una zona collinare vicino a Firenze. Nello stesso luogo in cui un anno prima era stata ritrovata viva una prostituta legata alla stessa maniera sulla medesima sbarra. E non sarebbero gli unici due casi del genere accaduti nell’ultimo anno.

Le modalità e la località dei casi hanno subito fatto pensare a una vicenda che ha riempito le pagine di cronaca per trent’anni: il mostro di Firenze.

I FATTI – Un serial killer rimasto senza volto, autore di ben otto duplici omicidi avvenuti tra il 1968 e il 1985. Varie le ipotesi susseguitesi nel corso degli anni. Ma un modus operandi rimasto sostanzialmente invariato. L’omicida sorprendeva le sue vittime, generalmente giovani coppie di fidanzati, in luoghi appartati. Dopo averle freddate a colpi di pistola le vittime di sesso femminile venivano orrendamente mutilate. Venivano loro asportati il pube e il seno sinistro, come avvenuto in più della metà dei delitti.

Modalità che hanno fatto pensare a un forte squilibrio mentale del serial killer o a una pista esoterica. Per coloro i quali hanno sempre seguito questa seconda pista, le escissioni che venivano compiute sui corpi delle donne dovevano servire a procurare dei feticci da utilizzare in ipotetici rituali.

I PRESUNTI COLPEVOLI – Nel 1993 venne arrestato Pietro Pacciani, agricoltore fiorentino di 68 anni ritenuto il probabile esecutore degli omicidi. Pacciani era un uomo dalla personalità piuttosto complessa. Tendeva a voler apparire come il classico uomo di campagna, semplice e buono, ma scavando nel suo passato sono stati diversi gli episodi di violenza dei quali si è macchiato.

A cominciare dall’uccisione di un uomo sorpreso in atteggiamenti intimi con la sua fidanzata nel 1951. L’uomo venne freddato a colpi di pistola, una volta perso il lume della ragione per aver visto la donna denudarsi il seno sinistro. Una circostanza che potrebbe spiegare l’accanimento verso gli organi genitali delle donne uccise nei delitti del mostro.

Inoltre era un uomo estremamente violento verso la moglie e le figlie. Le tre donne spesso venivano picchiate e violentate. Tutti indizi che hanno concorso a creare la figura del mostro. Nel novembre del 1994 fu pronunciata la sentenza di condanna nei confronti di Pacciani, che dall’inizio si è sempre professato innocente. Sentenza completamente ribaltata in appello, dove l’uomo fu assolto per insufficienza di prove. Nel 1996, però, la Cassazione annullò l’assoluzione. Non vi fu il tempo materiale per un ulteriore processo perché il 22 febbraio del 1998 Pacciani venne trovato morto in casa in circostanze mai chiarite.

Il suo corpo venne ritrovato a faccia in giù e con i pantaloni slacciati. Si è sempre pensato a problemi di salute, alla quale l’uomo non avrebbe mai prestato la debita attenzione. Ma c’è anche chi propende per l’assassinio. Soprattutto chi batte la pista esoterica non ha mai mancato di ribadire l’ipotesi della presunta vendetta di chi, mandante dei delitti, si sarebbe sentito tradito dall’uomo.

Insieme a lui, sul banco degli imputati, finirono i cosiddetti “compagni di merende“. Mario Vanni e Giancarlo Lotti avrebbero avuto un ruolo negli omicidi compiuti dal mostro, in alcuni casi partecipandovi attivamente. Vanni, come Pacciani, si è sempre professato innocente fino alla morte avvenuta nel 2009. Al contrario Lotti confessò la sua colpevolezza, accusando Vanni e Pacciani e fornendo particolari non di poco conto sui delitti commessi.

Nel corso degli anni si è sempre ipotizzato che i tre non avessero agito da soli. Dietro le quinte si agita lo spettro di un mandante che avrebbe chiesto agli uomini di fare da esecutori per procurarsi i feticci asportati dai corpi delle vittime. Un mandante, non per forza unico, legato al mondo delle sette sataniche.

A riprova di ciò si riporta sempre la grande disponibilità economica di Pacciani a dispetto del lavoro svolto dall’uomo. Soldi che sarebbero stati corrisposti dai mandanti dei delitti.

DUBBI E INCOGNITE – Sono ancora tantissime le domande senza risposta e che probabilmente lo rimarranno. Sono passati 29 anni dall’ultimo omicidio e 18 dall’assoluzione di Pacciani. L’inchiesta più lunga della storia giudiziaria italiana non ha prodotto un colpevole e l’identità del killer continuerà a rimanere avvolta nell’ombra.

Pacciani era davvero colpevole? E come avrebbe potuto praticare delle mutilazioni sui corpi in maniera così chirurgica? L’impressione che molti hanno ricavato dalle escissioni sui cadaveri è che la mano a compiere questi atti fosse quella di una persona abituata ad operare su corpi umani, con ampie conoscenze mediche e dell’anatomia umana. Probabilmente un medico. Pacciani difficilmente ne avrebbe avuto le capacità.

Perché quegli intervalli tra il 1968 e il 1974 e tra il ’74 e il 1981? E poi perché una così violenta recrudescenza tra l”81 e il 1985, con sei duplici omicidi in quattro anni? Domande per le quali non esiste risposta. E alle quali difficilmente se ne potrà dare qualcuna negli anni a venire. Tra le varie ipotesi ne sono state avanzate altre legate alla malavita sarda e addirittura a teorie del complotto che vedrebbero implicate organizzazioni internazionali che avrebbero messo in pratica strategie occulte.

Gli ultimi fatti di cronaca avvenuti nel Fiorentino fanno ripiombare il Paese a trent’anni fa. Al momento è impossibile anche solo ipotizzare un collegamento tra gli ultimi delitti del 1985 e quelli avvenuti nell’ultimo anno. Ma alcune piccole analogie concorrono a creare un quadro dalle tinte fosche e a porre interrogativi inquietanti. Primo fra tutti: il mostro potrebbe essere ancora a piede libero?

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