Il sangue dei giovani fa vivere di più, l’esperimento sull’elisir di lunga vita

di Redazione

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Il sangue dei giovani fa vivere di più, l’esperimento sull’elisir di lunga vita

| martedì 06 Maggio 2014 - 12:57

L’elisir di lunga vita? Si trova nel sangue dei giovani. Sono tre gli studi pubblicati domenica scorsa su Nature Medicine in cui viene dimostrata l’opera positiva che la circolazione del sangue giovane eserciterebbe su un corpo anziano. I ricercatori di Harvard, che hanno pubblicato due studi, e quelli della University of California e della Stanford University, hanno testato sui topi la loro teoria e parte della comunità scientifica li ha accolti con grande favore

Da Stanford. Lo studio condotto dai ricercatori californiani ha connesso, per via chirurgica, il sistema circolatorio di un topo anziano con quello di un esemplare giovane e tenendoli uniti per l’addome per quattro settimane. Questa tecnica, definita come parabiosi, permette di valutare gli effetti che fa un organismo quando viene unito ad un altro.

Con il procedere dei giorni, hanno osservato gli scienziati, dai neuroni dell’ippocampo degli esemplari più vecchi nascevano delle connessioni totalmente nuove, ma non solo.  In questi esemplari, infatti, la produzione di una proteina connessa alla capacità del cervello dell’animale di riorganizzarsi dopo un’esperienza cresceva come non sarebbe prevedibile.

Con questi risultati in mano e la divisione delle cavie gli scienziati hanno iniettato plasma sanguigno degli individui più giovani nel corpo di quelli più anziani ottenendo anche questa volta risultati positivi sulle facoltà di memorizzazione degli esemplari.

Ad Harvard invece lo studio ha riguardato in parte, come a Stanford, la parabiosi, mentre invece del plasma sono state iniettate dosi della proteina GDF11, ottenuta dal plasma degli individui più giovani. I risultati si sono mostrati positivi anche in questa occasione. Infatti, il DNA delle cellula staminali muscolari si è rigenerato facendo riacquistare agli individui anziani la stessa tonicità muscolare degli esemplari giovani e un cuore di nuovo perfettamente funzionante.

Tra le cavie anziane inoltre è stato riscontrate come ci sia stato un processo di crescita di nuove cellule epatiche. Chiaramente questo a discapito della salute degli individui più giovani che hanno rallentato sensibilmente la capacità di differenziarsi delle proprie cellule staminali e un invecchiamento molto precoce.

Il secondo studio effettuato ad Harvard si è basato sui lavori precedenti, ma si è concentrato in una particolare area del cervello, quella subventricolare, correlata alla percezione degli odori. Il sangue dell’individuo giocane ha migliorato la circolazione permettendo che nascessero nuove cellule nervose che avrebbero consentito agli esemplari di riprendere le loro facoltà olfattive.

Certo un esperimento che potrebbe fare paura alle menti più fantasiose. “Infiniti campi di corpi giovani che nutrono i potenti e i ricchi del pianete”, una spiegazione suggerita dagli anni di letteratura di fantascienza e film apocalittici.

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