“Arrestato l’assassino albanese evaso” | Ma la Questura smentisce: solo un falso allarme

di Markez

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“Arrestato l’assassino albanese evaso” | Ma la Questura smentisce: solo un falso allarme

| venerdì 09 Maggio 2014 - 19:01

“È stato arrestato a piazza Indipendenza a Palermo l’assassino di nazionalità albanese evaso due giorni fa dal carcere Pagliarelli”. La notizia, battuta dalle agenzie, si è diffusa in un attimo. Ma è stata smentita pochi minuti da fonti ufficiali.

La notizia si era diffusa in pochi minuti in città, a testimonianza della preoccupazione dei palermitani per la presenza di un assassino a piede libero, ma dalla Questura è arrivata la smentita, e resta semmai da chiarire la dinamica dell’episodio che ha portato al clamoroso equivoco. Sembra che si possa essere trattato di uno scambio di persona provocato dalla somiglianza tra l’albanese evaso e l’uomo oggetto dello scambio.

Alle 19:45 è arrivata la smentita ufficiale dell’agenzia di stampa Ansa, che per prima aveva riportato la notizia: “Secondo fonti investigative – scrive l’Ansa – sarebbe stato un agente penitenziario a riconoscere l’albanese che è poi stato portato in Questura. Da un controllo è emerso l’errore”.

Proseguono dunque le indagini delle forze dell’ordine. Oggi è stata sentita la sentinella che era assente al momento dell’evasione di Valentin Frokkaj. Durante l’ora d’aria si sarebbe assentata per un malore senza chiedere il cambio: un mancato rispetto della procedura che potrebbe comportare l’iscrizione nel registro degli indagati per la guardia penitenziaria.

L’uomo verrà sentito ancora dai carabinieri che stanno coordinando le indagini sull’evasione. Sempre secondo le procedure non si comprende come Frokkaj potesse avere più di due lenzuola. Ogni volta che si cambiano in carcere per averne di pulite bisogna consegnare quelle sporche.

La corda era stata creata annodandone almeno quattro o cinque. Anche su questo aspetto cercheranno di fare luce i militari del nucleo operativo. Infine, si stanno visionando le immagini della videosorveglianza del carcere che, pare, non abbiano ripreso la fuga.

Sono queste tutte le coincidenze che hanno consentito all’albanese di cercare la libertà lontano da quella cella dove avrebbe dovuto trascorrere tutta la sua vita.

 

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