Dalle risalite lampo alle retrocessioni pericolose. Ecco i precedenti delle “nobili” decadute

di Francesco Lamiani

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Dalle risalite lampo alle retrocessioni pericolose. Ecco i precedenti delle “nobili” decadute

| lunedì 12 Maggio 2014 - 16:26

Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: nel male e nel bene. Il Catania piombato in Serie B deve guardare a chi nel recente passato ha avuto la sventura di retrocedere in Cadetteria imboccando percorsi e destini diversi.

Il caso della Sampdoria è certamente il più eloquente. La squadra blucerchiata retrocessa nella stagione in cui ha giocato i preliminari di Champions League si è presentata, l’anno dopo, in Serie B portandosi dietro pezzi di cuore blucerchiato che hanno fatto fatica ad ambientarsi in un campionato difficile come la B.

Si pensi ad Angelo Palombo: il capitano in lacrime con le mani sulle ginocchia davanti ai tifosi di Marassi che tuttavia non è riuscito a capire un torneo sfiancante come quello cadetto. La Sampdoria riuscì a risalire rapidamente in A dopo una mini rivoluzione in gennaio affidandosi a giocatori di categoria che poi hanno avuto un’ altra destinazione una volta riconquistata la massima serie.

Più in là nel tempo c’è il caso del Torino, intrappolato in B per tre stagioni, in cui si sono alternati dirigenti, allenatori e soprattutto giocatori: il tutto con uno sforzo economico incredibile da parte della proprietà del club granata.

Non si può non citare il Palermo, finito in B lo scorso anno e risalito in queste settimane dopo avere scosso il proprio organico e mantenendo in squadra solo alcuni elementi che sono risultati utili alla promozione.

Poi ci sono i casi da evitare e purtroppo sono per larga parte al Sud. La favola della Reggina in Serie A, ad esempio, ha appassionato ogni sportivo che ama il calcio: la società di Lillo Foti è riuscita a rimanere nel massimo campionato per otto anni di fila ai quali si aggiunge una stagione nel ’99-2000, ma i calabresi dopo essere retrocessi nel 2009 e sfiorato la promozione con dei play-off andati male sono piombati in una crisi che li sta portando in Lega Pro. E pensare che la Reggina vanta un impianto di proprietà e una struttura che sfornato talenti.

È andata ancora peggio a Messina dove, dopo due anni di Serie A, torna in Cadetteria dove rimane solo una stagione: nel 2008 la squadra non si iscrive ed è costretta a ripartire dai dilettanti, nonostante la Serie B in questione fosse ancora quella sotto l’egida di un’unica Lega. Storie simili si ricordano ad Ascoli e più recentemente a Bari a caccia di un acquirente che potrebbe arrivare da un’asta fallimentare indetta dal Tribunale.

Purtroppo la galassia del calcio, soprattutto negli ultimi anni, è costellata di squadre dal blasone importante rimaste soffocate da debiti e guai: un dato che dovrebbe far riflettere la Figc se davvero vuole far tornare il calcio italiano ai livelli di qualche tempo fa.

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