Eni indagata per corruzione internazionale

di Angelica Serrai

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Eni indagata per corruzione internazionale

| domenica 06 Luglio 2014 - 09:00

La società Eni è indagata per corruzione internazionale nell’inchiesta della Procura di Milano per l’acquisizione, nel 2011, di un giacimento petrolifero al largo della Nigeria del valore di un miliardo e 300 milioni di dollari. È stato confermato in ambienti giudiziari milanesi.

Nelle scorse settimane la Guardia di Finanza ha notificato alla società un avviso di garanzia, in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti. Lo riferisce la stessa società di idrocarburi in una nota in cui comunica di aver “ricevuto notizia dell’apertura di un’indagine da parte della procura di Milano riguardo all’acquisizione del blocco OPL 245 in Nigeria da parte di Eni e Shell; la procura ha richiesto la trasmissione di alcuni documenti”.

Il blocco OPL 245 è un giacimento offshore in Nigeria di grande valore. Sulla vicenda dallo scorso anno ha aperto già un’inchiesta la magistraura di Londra con l’ipotesi di reato di riciclaggio. Fonti giudiziarie precisano che l’ipotesi di reato è corruzione internazionale.

“Eni dichiara la totale correttezza del proprio operato nella transazione in questione e assicurerà alla magistratura italiana la massima collaborazione”, prosegue la nota. “Eni ricorda che la concessione in questione denominata OPL 245 è stata assegnata a Eni e Shell dal Governo Nigeriano nel corso del 2011. I relativi accordi sono stati conclusi da Eni, senza l’ausilio di alcun intermediario ed unicamente con il governo Federale e Shell”.

“Il pagamento del prezzo concordato è stato effettuato all’assegnazione del Blocco su un conto corrente vincolato a nome del Governo Nigeriano presso una banca internazionale”, conclude il comunicato della società. “Nessun accordo commerciale è stato raggiunto da Eni con la società Malabu precedente titolare del blocco in questione”.

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