Il deputato del Partito democratico Matteo Richetti è indagato nell’ambito di un’inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali dell’Emilia Romagna. L’esponente del Pd questa mattina, proprio in extremis, aveva rinunciato alle primarie per le regionali.
Sul conto di Richetti, ex presidente del Consiglio regionale, era stato aperto un procedimento a parte su esposto del consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi sull’uso delle auto blu. L’inchiesta sulle spese “pazze” dei consiglieri è arrivata ormai alle battute finali e potrebbe essere conclusa entro il mese di ottobre. Consigliere regionale dal 2005, è stato presidente dell’Assemblea legislativa dal 2010 al dicembre 2012. Nel marzo 2013 è stato eletto deputato.
Richetti ha motivato su Facebook la decisione del suo ritiro: “L’unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato”. L’unità “per me, in politica, è un valore importante – scrive – così come lo è trovare un punto di sintesi, di lavoro insieme. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia Romagna e del Pd. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo”.
“Nel tempo in cui stiamo portando avanti riforme importanti per l’Italia – aggiunge – accolgo l’invito, arrivato da più parti, all’unità. Lo faccio perché non basta prendere applausi scroscianti dal nostro popolo, dai democratici, quando si fanno appelli alla coesione. Bisogna saperla realizzare. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la loro faccia e la loro firma a mio sostegno, sapendo che non una goccia di questo sforzo andrà perduta”.
Anche Stefano Bonaccini, candidato alle primarie del centro sinistra in Emilia-Romagna e segretario regionale autosospeso del Pd, è indagato nell’inchiesta per peculato della Procura di Bologna. Lo conferma il suo legale, Vittorio Manes. Il deputato Pd Matteo Richetti, suo principale sfidante che si è ritirato, è indagato nella stessa inchiesta sulle spese dell’Assemblea legislativa di cui è stato anche presidente. Sono almeno 8 i consiglieri Pd indagati, ma potrebbero diventare di più.
In tutto sarebbero nove gli indagati nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna. Le indagini sono partite a fine 2013, quando la Gdf si era recata varie volte negli uffici della Regione. Allora era emerso che gli indagati erano i nove capigruppo del consiglio. Sotto esame le spese da giugno 2010 a dicembre 2011.