Siria, primi raid Usa contro l’Isis: 120 morti /VD | Spunta un nuovo video: “Sarà un altro Vietnam”

di Redazione

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Siria, primi raid Usa contro l’Isis: 120 morti /VD | Spunta un nuovo video: “Sarà un altro Vietnam”

| martedì 23 Settembre 2014 - 07:31

La strategia offensiva americana contro l’Isis è iniziata. Gli Usa in un attacco congiunto con almeno altri cinque paesi arabi ha dato il via ai primi raid contro le milizie dello Stato islamico in Siria.

“Abbiamo sventato un complotto di Al Qaeda in Siria contro gli Stati Uniti e i nostri alleati”. È quanto annunciato dal presidente americano Barack Obama. Commentando l’inizio dei raid contro l’Isis condotti insieme ad alcuni Paesi arabi, Obama ha ribadito che “sono stati condotti per eliminare le potenziali minacce terroristiche e che non esiteremo a farlo ancora in futuro”.

Sono circa 120 i miliziani jihadisti e qaedisti rimasti uccisi nei raid aerei di martedì. A riferire il bilancio è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria Ondus, secondo il quale le vittime facevano parte della Jabhat an Nusra, l’ala qaedista siriana, e dello Stato islamico.

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Secondo fonti dell’amministrazione americana hanno partecipato alle operazioni Arabia Saudita, Emirati arabi, Giordania, Bahrein e Qatar.  I raid hanno avuto inizio alle 2 e 30 ore italiane, con l’impiego congiunto di caccia, bombardieri e batterie di missili Tomahawk.

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La prima ondata di attacchi è durata circa novanta minuti, anche se – spiegano fonti Usa – i raid sono destinati a durare per ancora molte ore. “Le forze militari Usa e delle Nazioni partner stanno conducendo azioni militari contro terroristi dell’Isil in Siria”, ha reso noto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, aggiungendo che “poiché le operazioni sono in corso non siamo al momento in posizione di fornire altri dettagli”.

Questi bombardamenti avrebbero interessato l’area in cui si trova Raqqa, la città nel nord della Siria dove il califfo Abu Bakr Al Baghdadi ha posto la sua capitale, eletta dai jihaidisti del “califfato” dello Stato Islamico come loro capitale. In particolare si parla di centri di comando e controllo e di campi di addestramento e di depositi di armi e munizioni.

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