Isis, lo jihadista inglese rilasciato due volte | Uno smacco per l’intelligence britannica /VD

di Redazione

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Isis, lo jihadista inglese rilasciato due volte | Uno smacco per l’intelligence britannica /VD

| domenica 05 Ottobre 2014 - 09:41

Abu Saeed al-Britani, 27 anni, appare in un filmato a volto scoperto sfidando Londra e incitando i suoi concittadini a combattere per l’Isis.

Nelle stesse ore in cui veniva diffuso il terribile filmato della morte di Alan Henning, l’Isis rilascia altre immagini in un jihadista, britannico, che pronuncia un duro messaggio di minaccia. Le immagini sono state immediatamente sottoposte all’attenzione dei servizi di intelligente e del Foreign Office durante un incontro con il ministro Uk David Cameron.

Il protagonista del video sarebbe Abu Saeed “al-Britani” – letteralmente “l’inglese” – 27 anni, di High Wycombe. Il video dura due minuti: il jihadista parla in modo concitato, a volto scoperto e con un fortissimo accento inglese. Le minacce sono rivolte contro Cameron e l’Occidente. Downing Street ha subito diffuso una nota: “La polizia sta indagando con urgenza sui contenuti del filmato, anche valutando eventuali atti di terrorismo a questo legati”.

Per gli 007 inglesi un vero e proprio smacco: negli ultimi due anni infatti gli agenti hanno fatto continue ricerche e perquisizioni senza mai riuscire a catturarlo. Nel gennaio scorso, come ha scritto il quotidiano La Stampa, Abu Saeed Al Britani si chiamava ancora Omar Hussain, e viveva e lavorava in un centro commerciale da High Wycombe, cittadina a nordovest di Londra, centomila abitanti e sei moschee.

L’uomo pregava in quella di Totteridge, frequenta gruppi salafiti, non nasconde un certo radicalismo e i  suoi comportamenti attirarono l’attenzione dell’intelligence e della polizia locale. Nel giugno del 2013 è stato fermato in coda all’aeroporto di Heathrow, mentre stava per partire per il Pakistan.

Sospettato di volersi aggregare ai salafiti siriani, viene rispedito ad High Wycombe, la sua casa è oggetto di perquisizioni della polizia. Qualche settimana dopo la mancata partenza Hussain viene ancora fermato. Ma subito rilasciato senza nessuna accusa. In gennaio la fuga definitiva. “Vado a pregare in moschea”, disse alla madre, che però da allora non l’ha mai rivisto.

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