Brasile, ballottaggio tra Rousseff e Neves | Fuori dai giochi l’ambientalista Marina Silva

di Angelica Serrai

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Brasile, ballottaggio tra Rousseff e Neves | Fuori dai giochi l’ambientalista Marina Silva

| lunedì 06 Ottobre 2014 - 08:33

Brasile al ballottaggio per le elezioni presidenziali. Il 26 ottobre si sfideranno il capo di Stato in carica Dilma Rousseff e il candidato di centro-destra Aecio Neves.

La presidente in carica Dilma Rousseff, del Partito dei Lavoratori, ha ricevuto oltre 43 milioni di voti al primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, superando per più di 8 milioni di voti Aecio Neves, del Partito della socialdemocrazia, che sfiderà al secondo turno. In base al conteggio finale trasmesso a Brasilia dal Tribunale superiore elettorale, Rousseff ha ottenuto il 41,59% dei voti validi, mentre il senatore si è fermato al 33,55%.

L’ambientalista Marina Silva, del Partito socialista, che a settembre sembrava la principale minaccia alla rielezione della leader del Pt, si è fermata al terzo posto con poco più di 22 milioni di voti (il 21,32% di quelli validi).

L’ex calciatore brasiliano Romario è stato eletto senatore a Rio de Janeiro, nelle fila del Partito socialista brasiliano. Campione del mondo nel 1994 con la Selecao brasiliana, era entrato in politica quattro anni fa come deputato federale; e ora siederà nella ‘camera alta’ grazie a oltre 4 milioni e mezzo di voti. Ai seggi si è presentato insieme alla figlia Ivy, che ha la sindrome di Down, a ricordo di uno dei temi centrali delle sue battaglie politiche, l’attenzione ai bambini diversamente abili.

Nel Paese grande 27 volte l’Italia, dove il voto è obbligatorio, hanno votato oltre 142 milioni di aventi diritto. Lunghe file si sono formate sin dal mattino davanti a parecchi seggi, anche a causa di alcuni problemi registrati – in particolare a Brasilia – nel sistema di riconoscimento biometrico utilizzato per la votazione elettronica. Molti anche gli arresti per reati elettorali: il Superiore tribunale elettorale (Tse) ne ha contabilizzati un’ottantina solo tra i candidati alle elezioni generali (oltre al presidente della Repubblica andavano scelti anche i nuovi governatori, deputati nazionali, federali e un terzo dei senatori). Tra i crimini più comuni commessi quello di ”propaganda politica”, vietata durante la giornata elettorale.

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