Blitz contro il clan di Messina Denaro /FOTO | Sedici persone in manette /VIDEO

di Redazione

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Blitz contro il clan di Messina Denaro /FOTO | Sedici persone in manette /VIDEO

| mercoledì 19 Novembre 2014 - 06:53

Operazione antimafia dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani stamani nei confronti del clan capeggiato dal boss latitante Matteo Messina Denaro.

Gli investigatori hanno eseguito sedici ordini di custodia cautelare in carcere, emessi su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo. Le accuse sono: associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose. L’operazione è stata denominata “Eden 2”.

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Le indagini dei carabinieri hanno confermato il ruolo di vertice ancora oggi rivestito dal capomafia latitante nella provincia trapanese, documentandone i diversificati interessi illeciti. Sono stati accertati dagli inquirenti anche i collegamenti funzionali a progetti criminali comuni con le famiglie palermitane e, in particolare, con quella di Brancaccio guidata dai fratelli Graviano.

Tra gli arrestati il nipote di Matteo Messina Denaro, Girolamo Bellomo, detto Luca, 37 anni, uomo d’affari e marito dell’avvocato penalista Lorenza Guttadauro. Il procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella lo accusano di essere l’ultimo ambasciatore di Matteo Messina Denaro.

Mario Parente, comandante dei Ros, spiega che l’operazione di oggi coinvolge “Soggetti del mandamento mafioso di Castelvetrano e rientra nella più ampia attività investigativa messa in atto per la ricerca di Messina Denaro. Le idagini hanno confermato il ruolo di vertice del nipote di Messina Denaro, che aveva avviato la riorganizzazione sodalizio seguendone le direttive. Era stato messo in atto un violento controllo del territorio, anche per aumentare gli introiti per mantenere i latitanti”.

In manette anche un elettrauto che controllava se nelle vetture del boss ci fossero microspie e un dipendente della Motorizzazione civile di Trapani che verificava le targhe sospette. Ad aprire qualche pista investigativa è stato un insospettabile: una comparsa della soap opera della Rai “Agrodolce”, girata in Sicilia, Salvatore Lo Piparo, che sarebbe affiliato al clan di Bagheria, da sempre vicino a Messina Denaro. “Vi potrà sembrare strano – ha raccontato qualche settimana fa, quando ha deciso di collaborare con la giustizia dopo l’ultimo arresto – ma io ho fatto proprio la parte di un poliziotto in Agrodolce, andate a vedere; e fui incaricato di andare a procurare delle pettorine con su scritto ‘Polizia’: servivano per la rapina a un corriere”.

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Le forze dell’ordine hanno accertato il ruolo apicale di Francesco Guttadauro, figlio di Filppo e Rosalia Messina Denaro, alla guida della famiglia di Castelvetrano fino al suo arresto avvenuto nel dicembre del 2013. Guttadauro, con l’autorizzazione formale di Matteo Messina Denaro, giunta tramite il sistema dei “pizzini”, ha riorganizzato la struttura criminale attraverso nuove affiliazioni e l’avvio di un pervasivo e rigido controllo del territorio con metodi violenti e intimidatori.

Le indagini hanno accertato il diretto coinvolgimento delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Brancaccio di Palermo nella rapina ai danni di un deposito della ditta di spedizioni di Campobello di Mazara, rientrante nel patrimonio aziendale di una società recentemente sequestrata nell’ambito di un procedimento nei confronti di un prestanome di Matteo Messina Denaro. La decisione di procedere alla rapina, in quell’occasione, fu determinata dall’esigenza di compensare il danno economico procovato dal sequestro e dalla successiva condisca della società. All’interno del gruppo trapanese si è registrata la progressiva ascesa di Bellomo che, allo scopo di far confluire nelle casse della famiglia i proventi necessari al sostentamento del latitante e degli affiliati detenuti ha fatto pressioni su imprenditori di Castelvetrano per garantire l’aggiudicazione di commesse per lucrose opere edilizie a favore di società riconducibili a Messina Denaro. Inoltre ha consolidato i legami con esponenti del mandamento di Bravaccio per la gestione di progetti criminali comuni, e realizzato un traffico di sostanze stupefacenti dall’Albania avviando contati diretti con esponenti dei cartelli colombiani per l’organizzazione di un’importazione di cocaina dal Sud America.

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Sono stati sottoposti alla misura coercitiva della custodia in carcere:

1. Battaglia Ruggero, nato il 04/07/1975 a Bruxelles (b), residente in palermo;

2. Bellomo Girolamo, nato il 24/04/1977 a Palermo, ivi residente;

3. Cacioppo Rosario, nato il 19/09/1980 a Castelvetrano (tp), ivi residente;

4. Cacioppo Leonardo, nato il 02/10/1976 a Castelvetrano (tp) ivi residente;

5. Fontana Giuseppe, nato il 13/04/1957 a Castelvetrano (tp) ivi residente;

6. Giambalvo Calogero nato il 22/04/1976 a Castelvetrano (tp) ivi residente;

7. Marsiglia Salvatore nato il 03/12/1976 a Palermo ivi residente;

8. Messina Denaro Fabrizio nato a Castelvetrano (tp) il 30/03/1967 ivi residente;

9. Pasini Luciano nato l’ 11/01/1988 a Castelvetrano (tp) ivi residente;

10. Tummarello Vito nato il 22/10/1961 a Castelvetrano (tp) ivi residente;

11. Vitale Salvatore nato il 14/05/1978 a Palermo ivi residente;

12. Corrao Gaetano nato il 19/05/1973 a Palermo ivi residente;

13. Carrello Ciro nato a Napoli il 04/12/1988 residente a bagheria (pa), di fatto domiciliato in palermo (attualmente detenuto per altra causa in regime di arresti domiciliari), sottoposto con questo provvedimento alla custodia cautelare in carcere;

14. Nicolaci Giuseppe nato il 02/12/1983 a Palermo (attualmente detenuto al carcere dell’Ucciardone);

15. Tranchida Valerio nato il 25/02/1990 a Mazara del Vallo (TP) residente a Castelvetrano (TP);

16. Circello Salvatore nato il 04/03/1988 Castelvetrano (TP) ivi residente.

 

 

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