L’infanzia negata dei bambini italiani

di Redazione

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L’infanzia negata dei bambini italiani

| mercoledì 10 Dicembre 2014 - 08:17

Le città e le metropoli sono l’habitat prevalente di bambini e adolescenti italiani. Il 37% di loro – 3 milioni e 700 mila – si concentra nel 16,6% del territorio nazionale, cioè nei grandi centri urbani o nelle aree circostanti. Città, però, più matrigne che materne, invase di macchine e pericolose (tanto che solo il 6,4% di bambini gioca libero per strada) e spesso prive di spazi per garantire lo svago dei più piccoli: solo un bambino su 4 gioca in media nei cortili e meno di 4 su 10 nei giardini, con significative differenze territoriali. Sono alcuni dati diffusi oggi da Save the Children e tratti da “Gli orizzonti del possibile. 5^ Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia”.

Dal dossier emerge che per un certo numero di bambini, la disponibilità di luoghi di vita e gioco accettabili non c’è neanche in casa: quasi un minore su 4 vive infatti in famiglie che dichiarano di abitare in appartamenti umidi o con tracce di muffa alle pareti. Sono un milione e 300 mila i minori le cui famiglie denunciano situazioni di sovraffollamento; nel 2013 sono ben 65 mila i nuclei familiari (molti dei quali con bambini) ad aver ricevuto un’ingiunzione di sfratto per morosità incolpevole (+8,3% rispetto all’anno precedente).

Ma la povertà dei minori in Italia non è solo materiale: tre milioni 200 mila bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni (il 47,9% del gruppo di età) non hanno letto un libro nel 2013 e circa 4 milioni (il 60,8%) non hanno visitato una mostra o un museo. Non viaggia né si apre a nuovi mondi e persone il 51,6% di under 18 che vive in famiglie che non possono permettersi nemmeno una settimana di ferie l’anno lontano da casa.

Lo sport grande assente nei pomeriggi del 53,7% degli adolescenti (15-18 anni), che non fanno alcuna attività motoria continuativa nel tempo libero. Pomeriggi non occupati neanche da attività scolastiche, dato che, nella migliore delle ipotesi, il tempo pieno c’è solo nel 50% delle scuole elementari e medie di alcune regioni, con picchi in negativo in regioni come Campania (con il 6,5% delle scuole primarie a tempo pieno) o Calabria.

“È necessario e urgente – chiede Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children – varare un piano nazionale di contrasto della povertà minorile, che preveda tra l’altro l’estensione della cosiddetta nuova social card, ora sperimentata solo in poche città, a tutte le famiglie in povertà assoluta con minori, semplificando i criteri di accesso e rafforzando le misure di accompagnamento e valutazione”.

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