Sciopero generale, scontri a Milano e Torino | Napolitano: “L’esasperazione nuoce al Paese”

di Redazione

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Sciopero generale, scontri a Milano e Torino | Napolitano: “L’esasperazione nuoce al Paese”

| giovedì 11 Dicembre 2014 - 12:10

Lavoratori in piazza per lo sciopero generale promosso dalla Cgil e dalla Uil contro il Jobs act, la legge di Stabilità e le politiche economiche e industriali del governo guidato da Matteo Renzi.

In piazza anche gli studenti. “Non in nostro nome, non in nome delle studentesse e degli studenti, non in nome della generazione precaria – spiega Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza – scenderemo in piazza per dare voce alle istanze di cambiamento che vengono dalle scuole occupate e dai percorsi di partecipazione che dal 10 ottobre si sono attivati, istanze frutto di bisogni reali e rigettano ogni strumentalizzazione da parte di un governo che dietro lo scudo dei giovani e del nuovismo sta imponendo le stesse misure di quelli precedenti”.

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso è a Torino, ma la manifestazione, connotata dallo slogan “Così non va”, si estende in oltre 50 piazze italiane. Il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, è a Genova e chiuderà con un comizio in piazza De Ferrari. A Roma invece Carmelo Barbagallo della Uil.

 

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Disordini e scontri a Milano e Torino tra polizia e manifestanti. Nel capoluogo piemontese, alcuni dimostranti si sono staccati dal corteo di Cgil e Uil e hanno tentato di proseguire lungo corso Regina Margherita forzando il blocco degli agenti, che hanno risposto con una carica di alleggerimento. Alcuni manifestanti sono stati fermati.

La situazione a Torino ha rischiato di degenerare quando un gruppo di persone ha lanciato uova e pietre contro alcuni funzionari della questura. Un sampietrino ha sfondato il vetro di una vettura di passaggio con a bordo una giovane coppia: per fortuna dentro l’auto non c’era loro figlio.

Momenti di tensione si sono registrati anche a Milano quando il corteo dello sciopero sociale, con moltissimi studenti, è arrivato in piazza Duca d’Aosta davanti al Pirellone, sede del consiglio regionale. Sono stati fatti esplodere alcuni petardi e lacrimogeni. La polizia ha caricato i manifestanti con i manganelli.

A Milano è il “Mostro di Firenze”, a Torino “Terminator” del lavoro e a Roma, invece, un “Pinocchio” gonfiabile. È Matteo Renzi l’obiettivo numero uno degli slogan che oggi hanno accompagnato cortei e manifestazioni in tutta Italia, da Milano a Catanzaro. Tra le bandiere rosse della Cgil e quelle azzurre della Uil, disoccupati, lavoratori, precari, studenti e dipendenti pubblici hanno sfilato per le strade di oltre 50 città, “colorando” le piazze con le loro iniziative e, in alcuni casi, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire per arginare la protesta sfociata nel lancio di uova e vernici contro banche e sedi del Partito Democratico. I palloncini di Renzi-Pinocchio hanno fatto da cornice al corteo romano, “scortato” da trattori e betoniere lungo il percorso nel cuore della Capitale.

“Renzi, occhio al 18”, uno dei messaggi lanciati dai manifestanti al premier. A Torino, invece, sono stati i vigili del fuoco ad aprire il corteo, al quale ha preso parte anche la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Nel capoluogo piemontese sono spuntati pupazzi di Renzi-Terminator del lavoro con numerosi striscioni e cori contro il Jobs Act ed il governo. “Renzi, non avrai il mio scalpo”, si legge in uno dei cartelloni esposti dai manifestanti. A Genova, dove era presente il leader della Fiom Maurizio Landini, la Uil ha installato un “Riformatic” di cartone, un “generatore automatico di riforme renziane”. Al corteo bolognese, invece, c’è chi ha preso in prestito qualche cassonetto adibito a “casa, dolce casa”.

“Troppe case senza inquilino, troppi inquilini senza casa”, recitava uno dei tanti manifesti affissi sulla carcassa di alluminio. Numerose le vetrine di banche e agenzie interinali imbrattate con la vernice, mentre un blitz di Babbi Natale con il volto da Lupin ha preso di mira la sede della Banca d’Italia. I manifestanti hanno incollato un fumetto del celebre ladro che combatte contro il cattivo di turno, “Austerity Man”. Una schiera di Santa Claus, carica di pacchi dono, ha fatto capolino anche a Milano, davanti al grattacielo Pirelli. “Ti restituiamo il pacco che ci hai donato. Buoni tagli a tutti”, il messaggio scritto su un lungo striscione. Le forze dell’ordine hanno dovuto respingere con cariche e lancio di lacrimogeni i manifestanti che hanno tentato di scavalcare la recinzione.

IL RIASSUNTO DELLA MATTINA

ore 13.43 – “A Confindustria dico abbiamo capito, avete l’idea che bisogna tornare indietro nel tempo quando nelle fabbriche c’era uno che comandava e gli altri che obbedivano e abbassavano la testa. Dimenticatevelo, quel tempo dell’abbassare la testa non torna piu'”. Lo ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco di Torino, concludendo lo sciopero generale indetto assieme alla Uil. “Bisogna tornare alla contrattazione”, ha concluso Camusso.

ore 13.42 – Sardegna in ginocchio nei trasporti aerei per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Voli in partenza e arrivi cancellati a Cagliari per l’adesione all’astensione dal lavoro: previsti disagi con decolli annullati anche nel pomeriggio. Stessa cosa anche per l’aeroporto di Alghero: passeggeri a terra pure nello scalo catalano. Meno disagi invece nei collegamenti ferroviari. Secondo i dati Trenitalia l’adesione allo sciopero non è andata oltre il 4%: su 19 collegamenti soppresso solo la tratta viaggio Olbia-Chilivani.

ore 13.08 – Alcuni fumogeni e oggetti sono stati lanciati davanti al Palazzo della Regione, a Milano, dai manifestanti del corteo della rete studentesca organizzato nella giornata dello sciopero generale. La manifestazione partita attorno alle 9 in piazza Cairoli. Sfilando in viale Tunisia, gli studenti hanno imbrattato alcuni muri con le bombolette spray.

ore 12.47 – “Noi veramente vogliamo cambiare l’Italia, non a parole”: così il leader Uil, Carmelo Barbagallo, dal palco della manifestazione a Roma. “Devono smetterla di raccontare storie, di fare promesse non mantenute, devono ridare dignità ai lavoratori, speranza ai giovani e certezze ai pensionati per sopravvivere a questa crisi”.

ore 12.27 – È in corso la manifestazione a Perugia per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. Davanti alla fabbrica della Perugina, completamente ferma, si stanno radunando centinaia di lavoratrici e lavoratori da tutta la provincia, insieme a studenti, pensionati e cittadini. A breve partirà un corteo che attraverserà la zona commerciale di San Sisto. Seguirà una manifestazione davanti ai cancelli della fabbrica di cioccolato nella quale interverranno tra gli altri Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell’Umbria e Paolo Carcassi, segretario nazionale Uil.

ore 12.20 – “Renzi ha detto che ci rispetta. Ci mancherebbe altro che non rispettasse milioni di lavoratori”. Lo ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil davanti al comizio a Torino. “Il presidente del Consiglio ha detto che andrà avanti perchè ci pensa lui a cambiare anche senza di noi. La prima cosa che deve sapere è che non si cambia un Paese se non lo si fa con i lavoratori. Altrimenti succede che ci si trova in brutta compagnia come quelle che emergono dalle cronache”, ha aggiunto Camusso.

ore 12 – Alla manifestazione di Cigl e Uil a Torino partecipano anche numerosi vigili del fuoco, che hanno sfilato in testa al corteo e hanno improvvisato una performance sdraiandosi per terra nella centrale via Roma. Il coordinatore regionale Cgil Gianni Nigro è intervenuto dal palco di piazza San Carlo accolto da grandi applausi. Presenti anche alcuni No Tav con lo striscione “Attenzione terroristi a 30 metri”, riferimento all’accusa di terrorismo contestata dalla Procura di Torino a sette attivisti per l’assalto al cantiere di Chiomonte del maggio 2013.

ore 10.48 – I primi dati che provengono dal settore industriale segnano “un’altissima adesione allo sciopero generale proclamato per oggi da Cgil e Uil dietro le parole ‘Così non va!'”. Da una prima rilevazione risulta, infatti, un media di adesione del 70,2%, mentre sono affollatissime le cinquantaquattro piazze dove si stanno tenendo i cortei e le manifestazioni a sostegno dello sciopero generale. Lo dice la Cgil in una nota.

ore 10.35 – “Lo sciopero generale proclamato per oggi è segno senza dubbio di una notevole tensione tra sindacati e governo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando con i giornalisti a Torino. Per Napolitano è “bene che ci sia rispetto reciproco” tra le prerogative di governo e sindacati e che “non si vada a un’esasperazione come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”.  Il presidente Napolitano ha premesso, parlando dello sciopero generale di oggi, che lui “ovviamente non entra nel merito delle ragioni degli uni o degli altri”. “Mi auguro – ha aggiunto parlando con i giornalisti prima di lasciare Torino – che si discutano sia le decisioni già prese, come quella della legge di riforma del mercato del lavoro, sia quelle da prendere soprattutto per il rilancio dell’economia e dell’occupazione in un contesto europeo”. E che per queste tematiche così importanti per il Paese, ha sottolineato “si trovi la via di un discussione pacata”. “Naturalmente poi il governo ha le sue prerogative, le ha anche il Parlamento ed ha il suo ruolo da svolgere il sindacato”. Per tutte queste ragioni, sottolineate con forza il capo dello Stato, “è bene che ci sia rispetto reciproco di queste prerogative e che non si vada ad una esasperazione come quella di cui oggi abbiamo il segno”. Perché tutto ciò, ha concluso, “non fa bene al Paese”.

ore 10.28 – “In un paese normale – secondo Susanna Camusso – si ascoltano i lavoratori, si considera lo sciopero una questione molto importante perchè richiede ai lavoratori un grande sacrificio, si prova a dare risposte. Chi sta al governo deve decidere se l’Italia è un paese normale o se pensa di dover continuare lo scontro”.

ore 10.14 – “Questo sciopero generale, indetto non solo dalla Cgil, con tanti giovani e studenti, dimostra una cosa precisa, questo governo non ha il consenso del paese sulle politiche del lavoro. Bisogna creare posti di lavoro non togliere diritti, servono diritti”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, in piazza a Genova per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. “Abbiamo messo al centro – ha aggiunto Landini – la lotta all’evasione e i fatti di questi giorni ci danno ragione. Ciò che rende non competitivo il nostro paese, che lo blocca, è la criminalità organizzata. Questo governo deve cambiare verso, è questo il messaggio della piazza”.

ore 10.11 – “Se rinviamo le riforme ci condanniamo a un declino lento”. Così il premier Matteo Renzi parlando agli imprenditori italiani e turchi ad Istanbul. “Bisogna avere il coraggio di cambiare e vedere le cose che non vanno senza mettere la polvere sotto il tappeto”, ha detto il premier.

ore 9.52 – “Oggi fermiamo l’Italia per poi farla ripartire nella direzione giusta”. Così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha spiegato le ragioni dello sciopero generale proclamato dalla sua organizzazione e dalla Cgil, contro la legge di stabilitàe il jobs act. Prima della partenza del corteo che sfilerà per le vie di Roma, Barbagallo ha detto ai giornalisti che oggi “milioni di lavoratori si astengono dal lavoro” e accanto a loro si mobiliteranno tanti pensionati e tanti giovani; “vogliamo fermare la caduta dell’economia italiana” ha spiegato Barbagallo, secondo cui la protesta di oggi può convincere il governo a cambiare atteggiamento: “mi aspetto che il governo, quando parla di riforma del lavoro parli con i sindacati”.

ore 9.33 – È “una Sicilia allo stremo”, secondo Cgil e Uil, quella che aderisce oggi allo sciopero generale indetto dalle due organizzazioni, che hanno promosso nell’Isola 10 manifestazioni, un in ciascuno dei 9 capoluoghi e un’altra a Caltagirone (Catania). provinciali organizzate dai sindacati. Gli anni della crisi sono costati cari a una regione che già in tema di occupazione scontava un gap col resto del Paese. Secondo i dati forniti dalla Cgil regionale, dal 2008 a oggi sono andati in fumo 211 mila posti di lavoro. Solo nel secondo trimestre del 2014 se ne sono persi 38 mila, 28 mila dei quali nei servizi. Il manifatturiero ha perduto il 40% della sua consistenza, gli investimenti sono calati del 15% e altrettanto i consumi. Da una regione con il 53,8% di giovani disoccupati e’ ripresa l’emigrazione con un ritmo di 12.500 persone l’anno.

ore 9.29 – “Il fatto che il Governo abbia corretto un intervento a gamba tesa che aveva fatto sullo sciopero è un segnale positivo ed è importante perché riguarda la libertà dei lavoratori, la libertà di sciopero e di manifestare”. Lo ha affermato a ‘Radio Anch’io’ il segretario della Cgil Susanna Camusso in diretta telefonica dalla manifestazione di Torino. Camusso però ha aggiunto che che “poi ci sono tutti i temi che invece riguardano il Paese, quali politiche economiche, quali risposte all’occupazione, quale qualità di lavoro e su tutto questo le risposte mancano” ha affermato.

COSA È SUCCESSO IERI
L’agitazione è stata preceduta ieri da una polemica con il governo. Il  primo attacco è stato per il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che avevaa deciso di precettare i ferrovieri. “Non credo – aveva commentato Camusso a La Repubblica – che la decisione sia presa in solitudine, perché è un atto grave. La nostra risposta è in atto, con forme di protesta e denuncia”. C’è la richiesta della revoca della precettazione. Se il governo la mantiene la rispetteremo, ma è un atto grave. Stiamo valutando, non finisce lì perché secondo noi si viola la legge e un uso strumentale della legge. Ma non abbiamo ancora avuto il testo dell’ordinanza, che valuteremo. Lo abbiamo appreso dai giornali. Vorrei sottolineare come le procedure non siano rispettare, con atti unilaterali che alzano i toni del conflitto”.

Lupi ha poi revocato l’ordinanza di precettazione nei confronti dei dipendenti delle ferrovie ed è stata quindi decisa una rimodulazione dello stop da 8 a 7 ore.

A stemperare i toni anche Renzi: “C’è profondo rispetto per i sindacati, non la pensiamo come loro, cambieremo paese anche per loro ma garantiamo la massima collaborazione istituzionale e mi auguro che si risolvano in poche ore le polemiche tra Lupi e Camusso”.

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