“Ci hanno tolto un pezzo di vita. Non mi posso rassegnare. Mi hanno strappato una figlia così. Nemmeno riesce a guardarci, ci ha sconvolto la vita”. Lo ha detto, in lacrime, Giuseppina Mercurio, la madre di Carmela Petrucci, uccisa a coltellate il 19 ottobre 2012 da Samuele Caruso.
Giuseppina Mercurio ha partecipato alla prima udienza del processo d’appello per l’omicidio della figlia: l’imputato, 24 anni, l’ex della ragazza, è stato condannato l’anno scorso all’ergastolo per omicidio premeditato. Dopo la relazione preliminare, ha preso la parola la difesa di Caruso che ha chiesto l’integrazione della perizia psichiatrica con l’intervento di uno psicologo mentre in primo grado era stata fatta da uno psichiatra forense.
Gli avvocati di Caruso hanno chiesto anche l’acquisizione della documentazione relativa a un’ammonizione ricevuta dall’imputato nel carcere di Pagliarelli dove è recluso. Caruso sarebbe stato coinvolto in una rissa. Il pg Mirella Agliastro si è opposta sia all’integrazione di perizia che alla documentazione del carcere. Il processo è stato rinviato al 24 febbraio.
A seguire le prime battute del nuovo processo c’erano anche il padre di Carmela, Serafino Petrucci, e Lucia, la sorella della vittima, anche lei ferita a coltellate da Caruso in quel tragico pomeriggio dell’ottobre 2012.
“Ho paura che possano ridurgli la pena”, dice mentre il fratello la tiene per mano. Fuori dall’aula, attendono notizie gli ex compagni di Carmela e Lucia del liceo Umberto. Due di loro studiano giurisprudenza. “Già avevamo deciso di fare i pm – dicono – ma questa vicenda ci ha dato un ulteriore impulso. L’omicidio di Carmela è la ragione in più per contribuire, con il nostro lavoro, a fare giustizia”.
