Ecco le 25 scuse più strane per non andare a lavorare

di Lucia Argiroffi

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Ecco le 25 scuse più strane per non andare a lavorare

| martedì 03 Febbraio 2015 - 13:03

Trovare una scusa da dire al capo che sia credibile in modo da poter saltare qualche ora di lavoro è un impegno costante per tutti i lavoratori. Qual è la scusa più credibile? Attenzione comunque a quella che si usa!

Uno studio condotto su 1.000 lavoratori e 1.000 capi, commissionato dal provider di assistenza sanitaria integrativa britannica no profit Benenden Health, ha elencato le 25 scuse peggiori per non andare in ufficio a lavorare.

Tra le motivazioni più usate, al primo posto ci sono quelle legate alla salute, poi quelle sugli animali domestici e poi sul sesso.
I risultati riportati dal “Telegraph”, hanno rivelato che sei capi su dieci non credono alle scuse dei dipendenti quando chiamano per mettersi in malattia.

Alcune scuse magari sono vere, ma sono talmente tanto strane e particolari, che risultano poco credibili.

Ecco le 25 peggiori spiegazioni addotte dai dipendenti per assentarsi per un giorno:

–          Una lattina di fagioli è atterrata sul mio alluce;

–          Nuotavo troppo veloce e ho sbattuto la testa sul bordo della piscina;

–          Sono stato morso da un insetto;

–          La mia auto aveva il freno a mano ed è rotolata giù per la collina contro un lampione.

–          Il mio cane ha avuto un grande spavento e non voglio lasciarlo;

–          Il mio criceto è morto;

–          Mi sono fatto male durante il sesso;

–          Sono scivolato su una moneta;

–          Ho avuto una notte insonne;

–          La mia mamma è morta (scusa usata dalla stessa persona due volte);

–          Sto avendo delle allucinazioni;

–          Sono bloccato in casa mia, perché si è rotta la porta;

–          La mia nuova ragazza mi ha morso in un punto delicato;

–          Mi sono bruciato la mano sul tostapane;

–          Il cane mi ha mangiato le scarpe;

–          Il mio pesce è malato;

–          Ho ingoiato l’acquaragia;

–          Il mio alluce è rimasto incastrato nel rubinetto bagno.

–          Sono in pronto soccorso con una molletta da bucato sulla lingua;

–          Ho bevuto troppo e mi sono addormentato sul pavimento di qualcuno, non so dove mi trovo;

–          I miei pantaloni si sono rotti mentre stavo venendo al lavoro;

–          Sto utilizzando una nuova soluzione per lenti a contatto e mi lacrimano gli occhi;

–          Ho il naso chiuso;

–          Ho fatto un disastro con la tintura per capelli;

–          Ho un dito dolorante.

Spesso si utilizzano i lutti come scuse, senza badare che a morire è spesso lo stesso parente più volte, o si usano scuse legate agli animali domestici, o la nuova fidanzata particolarmente “mordace” e focosa. È difficile da credere, ma queste scuse, anche se esilaranti, esistono davvero e le persone le utilizzano con il loro capo.

Ma bisogna stare attenti perché un capo su tre, dopo aver ricevuto la chiamata di scuse dal dipendente, controlla tutti i social network per vedere se il lavoratore è abbastanza in salute da inviare aggiornamenti.  Lo studio ha anche scoperto che un boss su quattro mette in discussione chi non sembra abbastanza malato o dà scuse deboli, e anche fattori come una giornata di sole o il fatto che il giorno prima il dipendente sembrava star bene, suscitano molti sospetti.

Alcuni però utilizzano scuse che funzionano meglio di altre, dal virus intestinale, all’influenza, ai dolori addominali, a discapito del mal di schiena o stiramenti muscolari.

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