L’agenzia Fitch all’Italia: “L’elezione di Mattarella | consente al Paese di concentrarsi sulle riforme”

di Redazione

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L’agenzia Fitch all’Italia: “L’elezione di Mattarella | consente al Paese di concentrarsi sulle riforme”

| mercoledì 04 Febbraio 2015 - 15:57

“La rapida elezione del nuovo presidente italiano dovrebbe permettere al governo e al Parlamento di concentrarsi sulle riforme economiche ed istituzionali”. Lo sostiene l’agenzia internazionale di rating Fitch in un comunicato.

“L’attuazione di riforme andrebbe a sostegno del profilo di crescita sovrano dell’Italia. Al momento le prospettive a breve termine della Penisola sono ancora fragili e questa è una debolezza ai fini del rating del Paese. La conclusione rapida e chiara – continua Fitch – evita l’instabilità politica che è stata una caratteristica della politica italiana degli ultimi anni, creando incertezza sulla durata e la capacità dei governi di riforma strutturale”, anche se “la decisione unilaterale di Renzi di nominare Mattarella potrebbe creare tensioni all’interno della coalizione e con Forza Italia. Quest’ultima può ora essere meno disposta a sostenere le proposte di riforma costituzionale ed elettorale per migliorare in modo permanente la stabilità politica”.

L’agenzia riconosce che l’attuale governo ha compiuto progressi nelle riforme strutturali. Alla fine dello scorso anno, ha varato le prime leggi per aumentare la flessibilità del mercato del lavoro. I progressi delle riforme potrebbe aumentare la fiducia delle imprese e gli investimenti.

“Tuttavia – per Fitch – la riforma strutturale migliora in genere il potenziale di crescita solo nel medio periodo, mentre le prospettive economiche a breve termine sono ancora fragili. Debolezze strutturali di lunga data hanno ridotto il potenziale di crescita, suggerendo che nel 2015, la spinta data all’economia dal prezzo del petrolio più basso, dalle decisioni della Bce, a partire dal ‘Quantitative easing’ e l’euro più debole, potrebbe essere limitata.

La disoccupazione era del 12,9% nel mese di dicembre 2014, mentre l’inflazione era meno dello 0,6% su base annua nel mese di gennaio, secondo l’Istat. Ciò implica una crescita nominale solo minima e una base di reddito bassa per il bilancio, e conferma i rischi al ribasso di una ripresa già valutata come debole e pari a una crescita del Pil reale dello 0,6% nel 2015.
“Senza un ritorno alla crescita del PIL e grandi eccedenze del bilancio primario, il compito di ridurre gradualmente il rapporto debito / Pil in Italia sarà più impegnativo”, conclude il comunicato dell’agenzia.

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