Quasi un italiano su tre a rischio-povertà, l’allarme nel rapporto della Caritas Europea

di Redazione

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Quasi un italiano su tre a rischio-povertà, l’allarme nel rapporto della Caritas Europea

| giovedì 19 Febbraio 2015 - 13:05

Una persona su tre, il 31% per la precisione, è a rischio povertà, nei sette paesi “deboli” dell’Unione europea, tra i quali c’è anche l’Italia. È uno dei dati contenuti nel terzo rapporto di monitoraggio della crisi economica realizzato dalla Caritas Europea, sui dati relativi al 2013.

Secondo la Caritas, povertà e esclusione sociale determinate dalla crisi economica sono state aggravate dalle politiche di austerity e di spending review messe in atto in numerosi Paesi dell’Unione.

In tema di povertà e esclusione sociale, esiste un’Europa a due velocità, con un terzo degli abitanti dei 7 paesi “deboli” (con l’Italia, ci sono Romania, Cipro, Portogallo, Spagna, Grecia e Irlanda) a rischio, mentre il dato dell’Ue è del 24,5%; l’Italia è al 28,4%, in una posizione intermedia.

Il nostro Paese ha, però, il triste primato nell’Europa a 28 per il numero di Neet, ovvero i giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione professionale. Nei sette paesi caso‐studio tutti gli indicatori di disoccupazione sono molto superiori alla media europea: 16,9% il tasso di disoccupazione (10,8% valore UE28); 55,9% il tasso disoccupazione di lungo periodo (49,4% UE28); 40,2% il tasso di disoccupazione giovanile di (23,4% UE28);  particolarmente grave, la disoccupazione in Grecia, col 27,3% di tasso generale e il 58,3% di quella giovanile, mentre in Italia il tasso era del 12,2%, inferiore a quello dei paesi “deboli”, ma superiore alla media europea; nel nostro Paese resta alta la disoccupazione giovanile: 40%. C’è poi il dato ulteriore sulla precarizzazione del lavoro e sull’aumento del part time a rendere più fosco il quadro.

La Caritas ha argomentato il legame tra tagli alla spesa pubblica e peggioramento dei servizi resi ai cittadini attraverso le politiche sociali per le politiche di austerity o pe rla spending review. In Italia è stata tagliata dello 0,4% la spesa per l’assistenza socio-sanitaria e ridotta anche quella per la formazione e l’istruzione.

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