Confesercenti, il tfr in busta paga è un flop | Per gli italiani deve restare in azienda

di Redazione

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Confesercenti, il tfr in busta paga è un flop | Per gli italiani deve restare in azienda

| sabato 28 Febbraio 2015 - 10:30

L’83% dei dipendenti lascerà il proprio Tfr in busta paga. Secondo un sondaggio condotto sui lavoratori di aziende private e sugli imprenditori da Confesercenti in collaborazione con Swg, il trattamento di fine rapporto non sarà richiesto in busta paga ma resterà ad accumularsi nell’impresa in cui si lavora. Da marzo, infatti, sarà possibile ricevere il Tfr direttamente sullo stipendio ma finora solo 6 dipendenti su 100 ne hanno fatto richiesta e solo un altro 11% vorrebbe farlo entro il 2015.

Un flop confermato anche dalle imprese: l’82% non ha ricevuto o non pensa di ricevere richieste di Tfr in busta paga da parte dei propri dipendenti. I lavoratori che invece hanno di percepire l’indennità su base mensile, lo fanno per saldare debiti pregressi ( 24%), per una previdenza integrativa o per acquisti vari (solo il 19%). Tra i motivi che spingono a non aderire all’anticipazione, c’è soprattutto la volontà di non disperdere la liquidazione prima della fine della carriera.

Gran parte degli italiani vede ancora il Tfr come una forma di risparmio e di tutela per il futuro, ma il 30% ha dichiarato di non avere approfittato dell’opzione per via dell’eccessivo carico fiscale che viene applicato. Infine, il 10% degli intervistati non prende il Tfr per non creare difficoltà all’azienda: un segnale del rapporto di fiducia tra le imprese, specialmente le piccole e i dipendenti, in un periodo di crisi così dura.

“Dalla nostra indagine – ha spiegato Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti – emerge chiaramente che gli italiani preferiscono mantenere intatta la liquidazione piuttosto che usufruire di poca liquidità in più ogni mese. Non a caso secondo il sondaggio il 67% dei dipendenti pensa che sia un intervento poco significativo, che non otterrà i risultati sperati. Sarebbe potuto essere più efficace se si fosse applicata anche sul Tfr su base mensile la tassazione ad aliquota ridotta. Ma anche un’erogazione in un’unica soluzione, come se fosse una mensilità in più durante l’anno, avrebbe potuto aumentare il tasso di adesione”.

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