Telepass e ambulanze, un pasticcio grottesco | Adesso se ne occuperà il viceministro

di Egidio Villa

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Telepass e ambulanze, un pasticcio grottesco | Adesso se ne occuperà il viceministro

| lunedì 02 Marzo 2015 - 17:45

A volte è perfino difficile distinguere tra “bufale” e notizie vere, per quanto incredibili. La notizia in questione è legata al capitolo della sanità e nasce dal mancato rinnovo di un accordo tra la Società Autostrade e le associazioni di volontariato che utilizzano ambulanze: il risultato è che anche i mezzi di soccorso, non più provvisti di Telepass, dovrebbero essere costretti a fare la coda ai caselli.

Con il rischio che ci scappi il morto, direte voi? No, ma qui la situazione diventa ancora più grottesca (almeno in apparenza): in pratica, se la situazione è di estrema emergenza conun ferito grave a bordo che deve raggiungere l’ospedale qualificato più vicino il transito viene garantito gratuitamente e l’operatore del casello alzerà la sbarra. E chi giudica la gravità della situazione? Viene da immaginare che magari il casellante si faccia aprire il portellone e giudichi la situazione sanitaria…. Grottesco, dicevamo. Anche se il sospetto è che il caso sia più formale che sostanziale, fatichiamo a credere che qualcuno possa rischiare la vita o comunque complicazioni sanitarie per un problema del genere. E se un’ambulanza “vuota” fa dieci minuti di coda non sarà nemmeno la fine del mondo.

Comunque la vicenda che è già approdata sul tavolo del viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini che ha incontrato i rappresentanti delle associazioni (il caso è stato sollevato in Toscana e ne ha già scritto il quotidiano La Nazione) e dell’Anpas (associazione nazionale pubbliche assistenze): si va verso una soluzione transitoria in attesa di rivedere la vicenda in modo strutturale e magari con un pizzico di buon senso. In un momento in cui la sanità pubblica e privata attraversa un momento critico non riusciamo nemmeno a immaginare la faccia e l’umore del ministro della Salute Beatrice Lorenzin se un simile problema arriverà sul suo tavolo.

Il grande Totò avrebbe detto: “Ma mi facci il piacere”.

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