Il mondo dell’industria chimica piange l’industriale Guido Ghisolfi, 58 anni, vicepresidente della multinazionale Mossi& Ghisolfi, che si è suicidato sparandosi con un colpo di fucile da distanza ravvicinata. Secondo gli investigatori, non c’è dubbio: si tratta di suicidio.
Il corpo è stato trovato sulla sua auto, una Lexus, in una strada collinare alla periferia di Carbonara Scrivia, in provincia di Alessandria. A dare l’allarme sono stati i familiari che lo attendavano a casa per il pranzo, ma non lo hanno visto arrivare. L’imprenditore non avrebbe lasciato alcun biglietto.
Il Gruppo Mossi Ghisolfi, fondato nel 1953, controllato dalla società M&G Finanziaria, è stato fondato da Vittorio Ghisolfi, padre dell’imprenditore trovato morto. L’azienda, che è leader nel settore del Pet, dell’ingegneria e dei prodotti chimici rinnovabili derivati da biomasse non alimentari, opera in Europa, negli Stati Uniti, in Sudamerica ed Asia, con un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari, 2.100 dipendenti ed oltre 100 ricercatori. L’anno scorso aveva inaugurato il nuovo stabilimento del gruppo a Crescentino, in provincia di Vercelli. Da subito vicino al premier Renzi, è stato tra i suoi maggiori finanziatori, sia per la Fondazione Bing Bang che per la Leopolda.