Expo 2015, l’ira del premio Oscar Dante Ferretti | “Il mio progetto fermo, pronto a chiedere i danni”

di Redazione

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Expo 2015, l’ira del premio Oscar Dante Ferretti | “Il mio progetto fermo, pronto a chiedere i danni”

| mercoledì 08 Aprile 2015 - 12:28

È furioso Dante Ferretti, lo scenografo tre volte premio Oscar. A meno di un mese dall’inaugurazione di Expo 2015 denuncia che il suo progetto, consegnato oltre un anno fa, è “ancora fermo” e diffida da una realizzazione parziale, dicendosi pronto in tal caso a chiedere i danni.

Tra i padiglioni dell’Esposizione c’è un viale centrale lungo il quale dovrebbero esserci otto stazioni firmate da Ferretti, che per realizzarle si è ispirato al cibo e alla vita nei mercati. Ma la gara per realizzarle è stata assegnata solo oggi a Cinecittà. Impossibile per il premio Oscar portare a termine il lavoro.

Un malcontento che non fa altro che rafforzare le polemiche sui ritardi di realizzazione dei padiglioni e sui costi che continuano a “lievitare” pericolosamente.

Sono quattro anni che lavoro a questo progetto“, sbotta Ferretti, raggiunto al telefono dall’ANSA a Taiwan, sul set di Silence, dove lavora per la nona volta a dare corpo al genio immaginifico di Martin Scorsese. “Ci ho messo la faccia e il nome. È stato approvato da tempo, ma la gara di appalto è stata perfezionata soltanto da poco: non sarà mai pronto per l’apertura. Mi sento dire che forse sarà realizzato per il 2 giugno, festa della Repubblica. Ma non ci penso proprio a una realizzazione parziale e li diffido dall’usare il mio nome“.

Ferretti si chiama fuori anche dall’evento di apertura: “Certamente all’inaugurazione non parteciperà. Ho un nome da difendere. E anche ammesso che accelerino nella realizzazione, la qualità è fondamentale”.

“A pochi giorni dall’inaugurazione della manifestazione – si legge nella lettera inviata dal legale dello scenografo, Giorgio Assumma, al commissario Expo Giuseppe Sala – è da escludere che la completa realizzazione traspositiva del progetto stesso possa avvenire”. L’eventuale realizzazione parziale determinerebbe “una grave lesione della integrità dell’opera dell’ingegno”, sottolinea Assumma, “tutelata dalla legge sul diritto d’autore”. Né si possono chiamare in causa, secondo il legale, “i motivi di necessità oggettiva, che secondo tale legge giustificano le alterazioni della stesura originaria dell’opera”. Di qui la determinazione ad adire le vie legali per salvaguardare l’integrità dell’opera, “con ogni più ampia riserva – conclude il testo della lettera – di azioni inibitorie e risarcitorie”.

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