Nepal, sono oltre 5 mila le vittime accertate | All’appello della Farnesina mancano tre italiani

di Redazione

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Nepal, sono oltre 5 mila le vittime accertate | All’appello della Farnesina mancano tre italiani

| mercoledì 29 Aprile 2015 - 09:48

Una tragedia immane quella che ha colpito il Nepal dove la terra continua  a  tremare. Il bilancio delle vittime del terremoto di sabato è salito a 5.057 morti e oltre 8.200 feriti, secondo quanto riferito il Times of India online. Questi i nove distretti nepalesi più colpiti dal sisma: Sindhupalchowk, Kathmandu, Nuwakot, Dhading, Bhaktapur, Gorkha, Kavre, Lalitpur e Rasuwa. Secondo il premier Sushil Koirala “il numero dei morti potrebbe salire a 10mila”.

E in merito agli italiani ancora da rintracciare la Farnesina rende noto che non si hanno notizie ancora soltanto di tre persone. “La ricerca dei connazionali da parte dell’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri è proseguita senza sosta, consentendo  in queste ultime ore di riprendere i contatti con 7 italiani che risultavano non rintracciabili. Al momento scende quindi a 3 il numero degli italiani che la Farnesina sta ancora cercando di contattare”.

I soldati hanno estratto vivo dalle macerie un bambino di 4 mesi a Bhaktapur, nella Valle di Katmandu. La notizia è stata lanciata dal giornalista delWashington Post Anup Kaphle. Secondo il quotidiano nepalese Kathmandu Today, il bambino sarebbe rimasto sepolto nell’edificio crollato per ben 22 ore.

Estratto vivo dalle macerie anche il 27enne Rishi Khanal uno dei sopravvissuti al sisma, messo in salvo dopo più di tre giorni. L’uomo, travolto dal crollo di un hotel, a Kathmandu, è stato rintracciato da una squadra di soccorso francese ed è riuscito a resistere bevendo la sua urina.

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Oltre alla Cina, anche l’India, Regno Unito e Usa hanno inviato generi di prima necessità, medicinali e anche elicotteri per trasportare i feriti. Tuttavia all’aeroporto è ancora emergenza per il grande numero di aerei in partenza con i turisti evacuati e quelli in arrivo con l’assistenza umanitaria. Mentre si va ampliando la catena di solidarietà e i soccorsi arrivano nelle valli a nord di Kathmandu. Si teme che ci possano essere anche stranieri sepolti dalle valanghe che hanno colpito luoghi battuti dai turisti appassionati di trekking.

A  Kathmandu la pioggia torrenziale sta peggiorando le condizioni in  cui si trovano decine di migliaia di sfollati che popolano ormai parchi e marciapiedi. Migliaia di bimbi – riferisce Save the Children – sono a rischio ipotermia. E tra poco inizia la stagione dei monsoni.

Nella capitale cominciano a scarseggiare acqua in bottiglia, cibo e benzina. Soltanto in alcune aree è stata ripristinata la corrente elettrica. La buona notizia è che i telefonini sono di nuovo funzionanti e hanno permesso quindi di comunicare con i distretti che erano isolati.

Si teme però che nei prossimi giorni a Kathmandu arrivi un esodo di profughi dalle zone terremotate. Decine di migliaia di persone hanno lasciato i villaggi con trasporti pubblici o con i propri mezzi.

 

 

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