Mercati finanziari a picco in tutto il mondo | Profondo rosso anche a piazza Affari: -5,17%

di Redazione

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Mercati finanziari a picco in tutto il mondo | Profondo rosso anche a piazza Affari: -5,17%

| lunedì 29 Giugno 2015 - 07:57

Una giornata campale per i mercati finanziari, una delle peggiori degli ultimi dieci anni. L’incertezza della situazione greca ha suggerito vendite in abbondanza e quasi tutti i titoli del mercato hanno subito flessioni pesanti. Tutte le Borse mondiali hanno subito un pesante contraccolpo.

Anche piazza Affari ha fatto registrare pesanti perdite, chiudendo a – 5,17% una giornata contrassegnata sempre dal profondo rosso. Di mattina, com’era prevedibile, la Borsa ha aperto a – 2%, poi un ulteriore passo indietro fino a toccare il – 5% intorno alle 9.20. Quindi una leggera risalita, con l’indice che ha oscillato a lungo tra il -3,3 e il – 3,6%. La situazione è peggiorata nel pomeriggio: dopo l’apertura negativa di Wall Street, l’indice è tornato intorno al -4% e in chiusura c’è stato un ulteriore ribasso. Male anche le altre borse europee.

Borse a picco anche in Giappone, Australia e Cina. A Tokyo l’indice Nikkei ha aperto in calo dell’1,93% a quota 20.305,97.  La Borsa giapponese è in attesa: finora la banca centrale nipponica non ha ritenuto necessario immettere sul mercato interno liquidità d’emergenza ma se Atene dovesse andare in default Bank of Japan potrebbe disporre di fondi a breve termine per calmare gli investitori.

A Sydney l’indice S&P/ASX200 ha perso l’1,97% a 5.436,5 punti mentre nonostante la Banca centrale cinese abbia tagliato di uno 0,25% il tasso di interesse la Borsa è crollata: lo Shanghai Composite Index è arrivato a perdere fino al 3,75% mentre l’indice Shenzhen è caduto al 5,93%. Giù all’avvio dei mercati le quotazioni dell’euro che cede l’1,4% verso il dollaro a quota 1,101 e perde terreno verso lo yen (-2,5%) e la sterlina (-1,23%). Male anche le altre Borse asiatiche, tutte con il segno meno: Seul l’1,56%, Taipei il 2,40%, Singapore l’1,35%.

Secondo il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, “il default greco non produrrebbe un aumento del debito italiano”. Secondo l’esponente del governo Renzi  l’esposizione del nostro Paese è di “10,2 miliardi di prestiti bilaterali e 27,2 di contributi al fondo”, ha spiegato aggiungendo che “la Bce può intervenire per stabilizzare lo spread. Ricordo che non siamo nel 2011: oggi le istituzioni sono più solide, come la nostra economia”. Che la Banca centrale europea tenga aperto il canale di liquidità con la Grecia, secondo Padoan, “è un importantissimo segnale politico che da parte delle istituzioni europee, tutte, si ha intenzione di continuare a cercare una soluzione concordata e positiva”.

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