Gioielliere ucciso, oggi i funerali a Roma | Il presunto killer si suicida in cella

di Redazione

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Gioielliere ucciso, oggi i funerali a Roma | Il presunto killer si suicida in cella

| lunedì 20 Luglio 2015 - 07:50

Oggi Roma dà l’ultimo saluto a Giancarlo Nocchia, il gioielliere ucciso nel quartiere di Prati durante una rapina. I funerali sono stati celebrati nella Chiesa di San Gioacchino, in piazza dei Quiriti.

Alle esequie presenti la moglie Piera, il figlio Gianluca e i fratelli Paolo e Rita oltre ai tanti amici e abitanti del quartiere, scosso da quanto accaduto sei giorni fa. C’erano anche i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Intanto Ludovico Caiazza, 32 anni, ritenuto il killer del gioielliere romano Giancarlo Nocchia, ucciso durante una rapina mercoledì scorso, è stato trovato impiccato in una cella del carcere romano di Regina Coeli.

Secondo quanto si è appreso, il 32enne era da solo in cella ed era arrivato nel pomeriggio nel reparto di Grande sorveglianza del carcere di Regina Coeli. L’allarme è scattato intorno alla mezzanotte. All’arrivo di un’ambulanza del 118 per lui non c’era più nulla da fare.

Per uccidersi Ludovico Caiazza avrebbe usato un un pezzo di lenzuolo. A trovarlo morto nella cella gli agenti della polizia penitenziaria durante un controllo dei detenuti.

L’uomo, che era già tra i sospettati dai carabinieri, aveva lasciato la capitale la sera del delitto facendo perdere le sue tracce anche alla compagna e ai familiari. Ad incastrarlo era stata una telefonata fatta ad un amico di Latina nella quale spiegava di voler tornare a Roma per poi ripartire.

Così i militari del Nucleo investigativo hanno controllato con personale in borghese tutti i treni diretti nella Capitale e lo hanno fermato su un convoglio partito da Caserta.

Adesso emerge che Ludovico Caiazza passò circa un anno a San Patrignano. Il giovane restò nella comunità di recupero per tossicodipendenti in provincia di Rimini dal 2007 al 2008 come pena alternativa al carcere. In passato era finito in manette per un traffico di cocaina. Con lui venne arrestata anche la compagna, Elisabetta Forcina, poi morta per sospetta overdose nella sua abitazione durante gli arresti domiciliari.

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