Crocetta chiede 10 milioni a L’Espresso | Il settimanale: “La verità verrà fuori”

di Redazione

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Crocetta chiede 10 milioni a L’Espresso | Il settimanale: “La verità verrà fuori”

| martedì 21 Luglio 2015 - 12:08

Continua la controffensiva del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Il legale del governatore siciliano ha annunciato in conferenza stampa di voler chiedere al settimanale L’Espresso dieci milioni di euro di risarcimento per la pubblicazione dell’articolo sull’intercettazione con il medico Matteo Tutino.

L’avvocato Vincenzo Lo Re spiega: “Avvieremo un’azione civile risarcitoria, che è molto più veloce di quella penale, chiedendo all'”Espresso” la somma di 10 milioni di danni, non solo al settimanale ma anche ai due giornalisti dell’articolo e al direttore Vicinanza, non solo per omesso controllo, ma anche per avere più volte confermato l’esistenza della intercettazione”.

Nel pomeriggio è arrivata la replica della direzione del settimanale: “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l’occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell’Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto”.

Lo Re ha anche annunciato querela in sede civile per “Il Fatto Quotidiano” e per il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, con la richiesta di un milione di euro di risarcimento per l’articolo in cui Antonio Presti chiamerebbe il governatore “bottana”. Prevista anche una denuncia  penale nei confronti del senatore Maurizio Gasparri per le sue dichiarazioni ritenute diffamatorie su Crocetta dopo la vicenda della telefonata pubblicata da “Il tempo”.

“Crocetta che da una settimana viene contrabbandato sui media come un silenzioso concorrente morale dell’ipotizzato tentativo di rimuovere Lucia Borsellino da assessorato alla Sanità”, ha detto Lo Re. Il legale ha poi parlato di “metodi stragisti contro il presidente” .

E sulle intercettazioni, Lo Re dichiara: “Non c’è alcun giallo sull’intercettazione pubblicata da L’Espresso: non si possono mettere sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e quelle di un tale Luigi Vicinanza. L’Espresso con quell’articolo pubblicato alla vigilia delle commemorazioni della strage di via D’Amelio voleva fare cadere il Governo, mettendo in cattiva luce il Governatore”.

‘Non accetteremo che Rosario Crocetta, che ha rischiato la vita per il suo impegno antimafia, passi per connivente di chi non voleva Lucia Borsellino al governo regionale”, ha continuato Lo Re. ”Crocetta – ha continuato – ha sempre protetto Lucia Borsellino ed è sempre stato al suo fianco nei momenti difficili dell’assessore”. ”L’abbraccio del presidente della Repubblica Mattarella – ha aggiunto – a Manfredi Borsellino dopo le sue parole non vuol dire che Crocetta sia amico dei mafiosi”.

”Se un medico dice ‘dobbiamo rimuovere la Borsellino e farle fare la fine di suo padre’ usa un linguaggio gravissimo – ha concluso – Non conosco Tutino ma non penso che utilizzi questo linguaggio. E’ chiaro che Crocetta, che e’ uno che non sta zitto, sentendo questa frase avrebbe reagito. La sua prima autodifesa è stata quella frase ‘non l’ho sentita’ perchè se un giornale pubblica un’intercettazione tutto il mondo pensa sia vera. L’interpretazione che hanno dato le più alte cariche dello Stato è che se tu non reagisci a quelle parole schifose sei concorrente morale di un metodo stragista. Questo non può essere accettato”

“Mi sembra chiaro – prosegue Lo Re – Io non credo agli articoli ad orologeria, ma in questo caso è così. Qualcuno parla di servizi segreti deviati, anche se io non so neppure quale sia la differenza tra deviati e no. Altri di dossieraggio. Posso dire che io ho avuto prova che ci sono stati dei giornali che hanno cercato di mettere in crisi Crocetta con inchieste mirate”.

Il caso è quello di Panorama: “Dopo l’elezione di Crocetta, il settimanale aveva raccolto prima notizie su presunti rapporti di amicizia tra Crocetta e personaggi mafiosi, e poi aveva persino cercato un esponente gay per sapere se ci fosse un mini bunga bunga con Crocetta. Io ho raccolto la sua testimonianza, e lui disse di essere rimasto scioccato, l’articolo peraltro non uscì più”.

“A questo punto annovero anche l’Espresso tra questi giornali ai fini politici – attacca Lo Re – Da tempo c’è una campagna di stampa di giornali che pretendono le sue dimissioni. Mi chiedo perché non è uscito il 4 luglio ma solo il 18 luglio, un giorno prima della commemorazione di Via D’Amelio. Se qualcuno ha questa intercettazione la tiri fuori, anche anonimamente. La faccia ascoltare a tutti non solo ai giornalisti amici”.

 

 

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