Omicidio Brescia, i killer: “Ci faceva concorrenza” | Il movente non convince gli investigatori

di Redazione

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Omicidio Brescia, i killer: “Ci faceva concorrenza” | Il movente non convince gli investigatori

| lunedì 17 Agosto 2015 - 12:41

Il mistero sul movente dell’omicidio dei due coniugi di Brescia – Francesco Seramondi e sua moglie Giovanna Ferrari, titolari della pizzeria “Da Frank” – s’infittisce ancora di più: secondo quello che ha anticipato l’inviato di News Mediaset Enrico Fedocci, in casa delle due vittime la squadra mobile ha trovato diverse centinaia di migliaia di euro in contanti.

Un vero e proprio tesoro di cui rimane ignota la provenienza. Né il figlio né i parenti delle vittime sanno nulla di quei soldi: nei libri contabili o nei conti bancari intestati alle società riconducibili alla coppia, di quel denaro non c’è traccia. La polizia di stato ha allora chiesto la collaborazione alla guardia di finanza: “Si tratta di una cifra spropositata – rivela una fonte che preferisce restare nell’anonimato – che non sarebbe compatibile neanche con la consuetudine di alcuni imprenditori, di conservare denaro che è frutto di commercio in nero”.

Nessun commento dal procuratore capo Tommaso Buonanno, che preferisce riparlare del caso in un secondo momento. Nel frattempo, durante la conferenza stampa di lunedì mattina è emerso che il pakistano Muhammad Adnan, l’uomo che avrebbe sparato ai coniugi Seramondi, è tornato nel suo locale dopo l’omicidio, rilasciando persino delle dichiarazioni alle reti televisive presenti. I due killer avrebbero aspettato due ore prima di passare all’azione e uccidere la coppia di anziani.

E messi sotto torchio, i due avrebbero confessato davanti al magistrato: “Lo abbiamo ucciso perché ci faceva concorrenza, non potevamo lavorare. Aveva il monopolio di pizza e brioches a Brescia”.

Resta comunque ancora da chiarire il movente perché questa versione non convince del tutto gli investigatori. Alla base del duplice omicidio ci potrebbero essere anche ragioni economiche. Un debito, forse, che i killer avevano con le vittime, oltre alla querelle legata alla cessione del negozio “Dolce & salato” avvenuta nel 2011 per circa 200 mila euro.

E il capo della Mobile di Brescia, Giuseppe Schettino ha riferito che il pakistano Muhammad Adnan, colui che avrebbe materialmente sparato ai coniugi Seramondi, dopo l’omicidio è tornato nel suo locale e ha rilasciato dichiarazioni alle tv presenti. Dopo l’omicidio avrebbe anche ripreso col telefonino l’arrivo delle forze dell’ordine.

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