Il ciclista USA che mandò in tilt Google Car | C’è ancora da lavorare sui sensori di movimento

di Redazione

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Il ciclista USA che mandò in tilt Google Car | C’è ancora da lavorare sui sensori di movimento

| lunedì 31 Agosto 2015 - 11:40

Chi ricorda la sequenza di “Minority Report” in cui Tom Cruise viene inseguito da auto che si guidano da sole? Non avevamo pensato di poterla già avere a disposizione, invece esiste. L’auto che si muove da sola è già realtà: si chiama Google Car – per intero, anzi,Google driverless car, cioè “auto di Google senza pilota”, ed è stata messa a punto dall’ingegnere Sebastian Thrun.

Una realtà che ha però mostrato i primi problemi già nei mesi scorsi: a luglio, una Google Car ha causato un incidente stradale con lievi feriti; ieri, invece, è stato il turno di un ciclista di Austin, Texas. Mentre era in sella, ha trovato una Google Car all’altezza di un incrocio.

Il ciclista, non avendo diritto di precedenza, è rimasto fermo ma ancora in sella al proprio mezzo. Fermo secondo l’occhio umano, in movimento secondo i sensori della Google Car. Quando restiamo in sella alla nostra bici, creiamo involontariamente alcuni movimenti che l’auto intelligente percepisce come pericolo.

La macchina, allora, si è fermata: il sistema non lo prevedeva. Alla Google Car sono arrivati impulsi diversi in contemporanea, e questo ha creato dei problemi. Nell’arco di un paio di secondi, la macchina si è fermata ed è ripartita più volte, segno che per quanto reale possa essere l’auto intelligente, gli sviluppatori hanno ancora da lavorare per metterla su strada.

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