Troppi “bianchi” candidati agli Oscar, l’Academy promette “grandi cambiamenti”

di Redazione

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Troppi “bianchi” candidati agli Oscar, l’Academy promette “grandi cambiamenti”

| mercoledì 20 Gennaio 2016 - 13:29

Tutto è iniziato quando sono state rese note le nomination per gli Oscar 2016. Sono 20, e tutte per attori “bianchi”. I primi ad annunciare l’intenzione di boicottare la cerimonia di premiazione prevista per il prossimo 28 febbraio sono stati il regista Spike Lee e l’attrice Jada Pinkett Smith, moglie di Will Smith.

Altre star si sono pronunciate per denunciare le scelte dell’Academy: George Clooney, Whoopy Goldberg, Quentin Tarantino. Clooney in particolare, ha dichiarato ai cronisti di Variety che la situazione è andata peggiorando: “Se pensiamo a dieci anni fa, l’Academy faceva sicuramente un lavoro migliore. Pensate solo a quanti afro-americani venivano nominati. Credo che la questione da porre adesso sia: quante possibilità esistono oggi per le minoranze di lavorare in film di qualità?”.

E dire che la scelta non mancava. Oltre a Will Smith in Concussion, in lizza per una possibile nomination c’erano anche Michael B. Jordan (Creed), Idris Elba (Beasts of no Nation) e almeno uno degli interpreti di Straight Outta Compton. Nessuno di loro invece è stato candidato.

Dopo un fiume di polemiche, diventato sempre più grosso sui social, è arrivata una risposta ufficiale.

La presidente dell’Academy, Cheryl Boone – afroamericana, se mai dovesse avere importanza – ha promesso “grandi cambiamenti” per risolvere la mancanza di diversità tra i candidati. La Boone ha affermato in un comunicato stampa di essere “frustrata e affranta” e ha aggiunto: “L’Academy sta facendo passi importanti per modificare la composizione dei nostri membri. Nei prossimi giorni e settimane condurremo una revisione del nostro sistema di reclutamento per introdurre la diversità di cui abbiamo tanto bisogno nel gruppo del 2016, e in quelli successivi”.

E poi ancora: “Come molti di voi sanno, abbiamo già introdotto delle modifiche di questo tipo negli ultimi quattro anni. Ma il cambiamento non sta arrivando veloce come vorremmo. Dobbiamo fare di più, e farlo meglio e più in fretta”.

 

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