Regeni, è il giorno dell’ultimo saluto | La mamma: “Giulio mi ha insegnato tanto”

di Redazione

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Regeni, è il giorno dell’ultimo saluto | La mamma: “Giulio mi ha insegnato tanto”

| venerdì 12 Febbraio 2016 - 10:35

Oggi è il giorno dei funerali di Giulio Regeni, il 28enne friulano ucciso in Egitto. I funerali nella chiesa di San Lorenzo di Fiumicello, in provincia di Udine.

È stata una cerimonia strettamente privata, come da volontà di Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio. Nessun vessillo, bandiera e simboli di organizzazioni, così come macchine fotografiche o telecamere.

Il parroco, Don Fontanot, che ha celebrato le esequie ha ringraziato Giulio per il suo impegno: “Grazie, grazie, grazie” ha detto. “Giulio Regeni è entrato nella Resurrezione”.

Il parroco ha definito “Giulio una persona speciale, per l’entusiasmo, per la voglia di conoscere” ricordando i concetti di libertà e di amicizia che aveva espresso: “Libertà è la possibilità di esprimere te stesso in un certo contesto; amicizia e’ un rapporto incondizionato tra due persone”.

“Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l’energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma”. È il messaggio di Paola Regeni, la mamma di Giulio, letto sull’altare da un ragazzo.

Bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici del Friuli Venezia Giulia in segno di lutto. In piazza Unità d’Italia a Trieste sui palazzi di Regione, Comune Prefettura le bandiere sventolano a metà dei pennoni. Anche il sito della Regione FVG è abbrunato e riporta la scritta “Per Giulio Regeni il Friuli Venezia Giulia si raccoglie unito nel cordoglio”. A Fiumicello tutti gli esercizi pubblici sono chiusi per lutto cittadino ad esclusione di bar e ristoranti, aperti proprio per servire da bere e mangiare per gli ospiti e i giornalisti venuti da fuori.

Intanto arrivano nuovi dettagli sugli ultimi giorni di vita di Regeni. Agli amici, il ricercatore era apparso “impaurito” dopo essere stato fotografato da uno sconosciuto l’11 dicembre 2015 durante la riunione di un sindacato indipendente.

I tre giovani universitari lo hanno riferito al pm Sergio Colaiocco. Secondo gli inquirenti, il delitto potrebbe essere legato a un articolo scritto dal giovane il 14 gennaio successivo, in cui riferiva anche di quella assemblea.

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