Palermo, come è bella vista con gli occhi di Aldo

di Giuseppe Imburgia

» Cultura » Palermo, come è bella vista con gli occhi di Aldo

Palermo, come è bella vista con gli occhi di Aldo

| venerdì 01 Aprile 2016 - 17:43

Odio la città. Odio il traffico coi suoi odori nauseanti e i suoi rumori fastidiosi, la folla e le code negli uffici. Odio le macchine in doppia fila e le insistenti strombazzate di chi, prigioniero, pensa di farsi ragione coinvolgendo il vicinato. Odio tutte le città. Anche la mia: Palermo.

Molti insistono nel dire che sia una bellissima città. Io sono convinto invece che sia una mediocre città, discretamente invivibile (come tante), piena però di cose bellissime, uniche. Straordinarie direi. I mosaici della Cappella Palatina, i Tesori della Loggia, il Teatro Massimo, il castello della Zisa e tante, tantissime altre preziosissime gemme che meriterebbero ben altro castone. Straordinario anche il nostro folklore, i nostri mercati popolari, alcuni angoli di rara atmosfera come la Cala (restituita ai palermitani soltanto da pochi anni), Piazza Magione, il Cassaro.

Ma il mio odio rimane, e l’odio, si sa, rende ciechi. Ciechi al punto di non cogliere le bellezze che abbiamo davanti agli occhi.

Per fortuna però che c’è Aldo che di tanto in tanto con le sue foto mi fa riconciliare con la mia città. Chi è Aldo? Aldo è Aldo Passarello, per gli amici Pàsarel (con la s dolce come suggerisce Angelo, suo compagno di scuola dalla prima elementare). Un ingegnere, amico di famiglia da una vita.

Un paio di volte al mese Aldo invia ad un ristrettissimo numero di amici una mail con due o tre immagini, ricordi di una passeggiata domenicale, con l’inseparabile Canon a tracolla.

>> GUARDA TUTTE LE FOTO <<

Dire che Aldo abbia l’hobby della fotografia è riduttivo. Aldo è un poeta dell’immagine capace di cogliere il bello che altri non colgono, spesso perchè il bello non c’è. Ma lui lo tira fuori con un semplice clic, magari anche con piccolissimi ritocchi post-produzione. Ritocchi che nulla tolgono all’originalità dell’immagine, anzi la esaltano. I “balconi senza fondo” (Foto 1, Foto 2), il “giardino pensile” (Foto 3), la “privacy alla palermitana” (Foto 4). E poi ancora… “a’ prùvata” tra triciclo e bici (Foto 5), “un cuore per addetti ai lavori” (Foto 6), “la panca e il tubo” (Foto 7), “al mercato” (Foto 8, Foto 9, Foto 10) sono lì, sotto gli occhi di tutti. Immagini banali che si trasformano in primattori attraversando la tendina della macchina fotografica, come fosse il sipario di un palcoscenico.

Splendida anche la struggente sequenza colta sulla spiaggia di Mondello dopo una fortissima mareggiata (Foto 11, Foto 12, Foto 13) sotto lo sguardo attento di un gabbiano (Foto 14).

Tutte immagini che, a stillicidio, sono arrivate negli anni al mio indirizzo mail. Immagini non solo di Palermo ma anche di mare e di montagne, di fiori e di piante, ritratti di gente comune e animali di strada. Immagini che, negli anni, ho conservato come perle preziose per farne un giorno una collana.

>> GUARDA TUTTE LE FOTO <<

Affascinanti anche i commenti che Aldo spesso scrive a corredo delle sue foto. Commenti dettati dall’emozione del momento (il clic) e arricchiti nei giorni successivi dalla sua colta sensibilità. Vi propongo uno dei più toccanti:

“7 marzo 2015

ad-Dio Palermo

Mattinata di sabato con squarci di sole e tanto vento.

Decidiamo per una passeggiata al Foro Italico dove so che troveremo lo spettacolo delle mareggiate sui cubi di cemento.

Mi dirigo da subito verso un vecchio amico: quello che resta di una splendida istallazione che Palermo non ha voluto conservare.

Nel 2011 in uno dei miei soliti vagabondaggi in bici fui attratto da una porta ritta sui massi e avvicinandomi, vidi che c’era molto di più: era il racconto di un partenza simbolo di tante altre, testimoniate dalle impronte di scarpe su uno dei cubi (quello che è rimasto) (Foto 15).

Mi colpì l’intensità del messaggio e la delicatezza con cui era espresso; tra l’altro mi sembrò profondo quell’ adDio che, contro l’accezione consueta di congedo definitivo, restituiva il senso letterario di un appuntamento ultraterreno (di qualunque fede fosse l’autore).

Dopo qualche studio, scelsi un punto di vista che, pur rinunciando ad una parte dell’istallazione, guidasse lo sguardo attraverso la porta, alla scritta e poi al mare aperto.

Ritornato, la settimana seguente, per tentare altre prospettive, trovai la porta sdradicata e buttata via e tutto il resto vandalizzato.

C’era un gruppetto di extracomunitari che a gesti mi fecero capire che quello era il regalo di un loro amico prima di avventurarsi per il nord Europa.

Manifestai la mia mortificazione per un gesto certamente dettato dall’ignoranza che si vede sovrastata da una cultura purissima e inaspettata.

La corona di spruzzi nella foto di ieri, vuol essere un riconoscimento all’artista sconosciuto (Foto 16)”.

Superfluo aggiungere altro!!!

>> GUARDA TUTTE LE FOTO <<

Da tempo avevo intenzione di scrivere su Pàsarel, e rendere pubbliche le sue immagini, ma lui, tanto riservato e modesto quanto geloso del suo privato, non acconsentiva. Poi pian piano sono riuscito a farlo uscire dal suo guscio, coinvolgendolo nella pubblicazione di articoli riccamente corredati di fotografie per conto di “Sicilia: Isola del Tesoro”, la rivista  edita dall’OPTM (Osservatorio Politiche Turistiche del Mediterraneo). Si tratta di una pubblicazione dalla strepitosa veste tipografica, ideata dieci anni fa da Agostino Porretto, mitico direttore regionale della fine degli anni ’90, In cui Aldo ha ormai da qualche anno un posto fisso.

Quando pochi giorni fa ho chiesto ad Aldo alcune foto su Palermo, spiegando a cosa mi sarebbero servite, così mi ha risposto:

“Caro  Pippo,

mi hai chiesto di selezionare dal mio archivio delle foto su Palermo.

Le tue non ti soddisfano, mi hai detto, perché questa città non ti ispira.

Premesso che non credo sia proprio così, mi assegno il compito di spingerti ad amarla od odiarla (che solo apparentemente ne è l’opposto) : sono convinto che Palermo non consenta alternative.

Iniziando dalla parte più semplice, ti propongo, solo a titolo d’esempio, alcune immagini di monumenti la cui presenza diamo talmente per scontata da assimilarli alle auto in doppia fila o alla “munnizza” per le strade.

Per renderti più appetitoso il menu, ho cercato di presentarli con la “veste della domenica”: la cattedrale dai tetti (Foto 17, Foto 18), la fontana di Piazza Pretoria illuminata (e con l’acqua!) (Foto 19, Foto 20), i quattro canti in edizione natalizia (Foto 21, Foto 22), il Festino (Foto 23, Foto 24, Foto 25).

Svolto il doveroso compito istituzionale, ti invito ad una passeggiata per le strade alla ricerca di noi stessi, perchè qui abbiamo radici e da quest’aria traiamo i nostri umori (nel bene e nel male).

Non potrebbe essere opera tua quella scritta “muro duro” (Foto 26), sberleffo a tutti gli automobilisti che incautamente vi rovinano i loro veicoli?

E quanta filosofia nella saracinesca “normale…” (Foto 27).

A proposito di saracinesche: in quale altra città del mondo un gallo ne attende pazientemente l’apertura ? (Foto 28).

Sono certo che l’immagine della finestra moderna su quella bifora (Foto 29) ricorderà anche a te il detto che i figli si arrampicano sulle spalle dei padri.

Non rimani affascinato dallo scoprire un “cortile della morte” reso innocuo da una collezione di scongiuri ? (Foto 30).

Ti regalo ancora due cose che l’ignoranza normalizzatrice ha fatto scomparire.

La prima è un’istallazione “ad-Dio Palermo” che un emigrato  ha realizzato al Foro Italico come addio ai suoi amici ma anche a questa città : a distanza di una settimana qualcuno aveva già distrutto tutto!

La seconda è la “cattedrale del consumismo” (Foto 31) a Piazza Garraffello di Uwe Jaentsch  che le ruspe rozze e balorde hanno dichiarato offensiva (i topi tra le balate erano invece folklore!).

Cento altre ne avrei ma è giusto che ognuno le scovi da sé.

Comincia, dunque, a camminare con la curiosità che appassiona le altre tue gite: sono certo che troverai occasioni per emozionarti, commuoverti o indignarti.

Ti auguro solo di non restare indifferente”.

>> GUARDA TUTTE LE FOTO <<

Indifferente di certo non sono rimasto. Anzi… devo ammettere che tutto sommato questa mia città non è poi così brutta: basta guardarla con gli occhi di Aldo.

(Foto di Aldo Passarello)

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820