Messina, terreno del demanio svenduto: 4 ml euro | Scattano 6 arresti, sospesi due funzionari regionali

di Redazione

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Messina, terreno del demanio svenduto: 4 ml euro | Scattano 6 arresti, sospesi due funzionari regionali

| mercoledì 06 Luglio 2016 - 15:09

Sei persone sono state arrestate al termine di un’inchiesta relativa alla vendita di un vasto appezzamento di terreno di proprietà pubblica per meno di 4.000 euro a fronte di un valore effettivo stimato in circa 350.000 euro. Una vera e propria svendita che avrebbe visto protagonisti anche due dipendenti della Regione siciliana e un dirigente del genio civile di Messina.

I sei arrestati sono tre cittadini privati, un dirigente del genio civile di Messina e due funzionari della Regione: 4 sono agli arresti domiciliari, mentre altri 2 funzionari del Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana sono stati sospesi per 6 mesi dall’esercizio dei pubblici uffici.

Le persone arrestate sono Antonella Giuseppina Giuffrè, di 58 anni, Federico Scardino, di 25 anni, Franca La Rocca, di 58 anni, Loredana Giuffrè, di 53 anni, Ninfa Cangemi,di 55 anni, Dania Ciaceri, di 61 anni. Sono accusati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso in atti di ufficio.

In particolare Federico Scardino, Franca La Rocca e Loredana Giuffrè sono i privati, che grazie all’aiuto dell’architetto del genio civile di Messina di Antonella Giuffrè, avrebbero ottenuto un atto di stima di un terreno nel comune di Furnari. Il valore del terreno sarebbe stato, però, sottostimato per la successiva vendita. Il funzionario avrebbe attestato nell’atto un valore per la vendita pari ad euro 3.944,80 euro, mentre il valore reale di vendita sarebbe stato di 368 mila euro. Antonella Giuffrè, che è dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina, avrebbe così creato un ingiusto vantaggio ai privati, mandando la falsa stima del terreno agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana.
Nel mese di luglio del 2014 i due funzionari regionali avrebbero autorizzato la vendita a Scardino, La Rocca e Giuffrè, che poi hanno potuto stipulare il contratto di compravendita in uno studio notarile a Barcellona Pozzo di Gotto l’11 settembre 2014.

L’indagine è partita dalla denuncia di Mario Foti, sindaco di Furnari.

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