Da anni è ampio e ricco di tesi il dibattito sul c.d. junk food (il cibo spazzatura) e sulle forme di pubblicità rivolte soprattutto ai bambini, da molti considerate subdole e approfittatrici. Ora l’Oms tenta di fare chiarezza.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti lanciato un appello, in un documento di oltre 40 pagine, a cessare le campagne marketing e pubblicitarie rivolte ai bambini via internet, invitando i governi ad un ruolo attivo nel monitoraggio e all’introduzione di sanzioni contro tale pratica.

L’ente internazionale ha fotografato una situazione sempre più complessa, in cui le grandi industrie del settore alimentare sfruttano il marketing ed il web (social media e smartphone, attraverso soprattutto i sistemi di geolocalizzazione) per proporre i propri prodotti (ipercalorici, perché troppo ricchi di zuccheri, sale e grassi).

Per l’Oms, che il marketing di alimenti e bevande ipercaloriche abbia un legame con obesità di bambini e adolescenti è un fatto inequivocabile ed è una pratica da considerarsi persuasiva e spesso difficile da controllare per i genitori (segnalando anche la pratica sempre più ricorrente degli “advergames”, cioè di giochi con protagonisti gli alimenti stessi).

Gauden Galea, capo direttore della divisione malattie non trasmissibili e promozione della Salute all’Oms/Europa, fotografa la situazione: “Più del 60 per cento dei bambini che è in sovrappeso prima della pubertà resterà in sovrappeso anche da giovane e si stima che in Europa circa il 25 per cento dei bambini in età scolare sia già sovrappeso o obeso. Un fattore chiave per malattie cardiovascolari, cancro e diabete”.