Lancio di uova e sanpietrini contro Renzi | Il premier: “Io non sono fatto per galleggiare”

di Redazione

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Lancio di uova e sanpietrini contro Renzi | Il premier: “Io non sono fatto per galleggiare”

| domenica 13 Novembre 2016 - 14:08

Non sono mancati momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine a Napoli per la partecipazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi all’Assemblea nazionale sul Mezzogiorno organizzata dal Governatore campano Vincenzo De Luca. La polizia ha risposto con un idrante al lancio di uova, sanpietrini e arance.

Presenti in piazza diversi esponenti dei centri sociali. I disordini si sono verificati vicino alla Mostra d’Oltremare, prima dell’intervento del premier. Un gruppo di manifestanti, nel frattempo, era anche riuscito ad arrivare davanti alla Mostra d’Oltremare.

“Complimenti al Governatore De Luca che ha voluto una iniziativa di alto profilo che mette il Mezzogiorno al centro dell’agenda politica, solo provata a sporcare da un manipolo di protestanti al soldo di chi continua a fare battaglia politica sulla pelle dei napoletani”, ha detto Marco di Lello deputato Pd e segretario della commissione Bicamerale Antimafia.

Secondo De Lello: “Si ergono a paladini della Democrazia e poi impediscono ai cittadini di andare ad ascoltare il premier: ma sono questi i No che danno ancora più forza alle ragioni del Si”. Il premier Renzi ha invece preferito sorvolare sugli scontri di piazza.

“Interpreto il 4 dicembre come una occasione in cui si fa chiarezza – ha detto il premier – Una semplificazione che non è solo il taglio delle poltrone. Per non parlarne ogni giorno se ne inventano una, come la lettera dagli italiani all’estero che avevano fatto anche Berlusconi e Bersani”.

Fine ciclo: “In settimana faremo i primi mille giorni di governo e non è che ce ne saranno altri mille perché ogni tanto si vota, ma è già un record esserci arrivati. Ma se dovessi guardare dove eravamo e dove siamo, il compito del nostro governo è stato mettere a posto il passato. C’era la palude, ce lo ricordiamo o no?”.

“Il Parlamento – ha continuato Renzi- non riusciva a eleggere il presidente della Repubblica, rischiavamo di perdere i fondi europei e tutta la classe politica che sembrava impantanata e che avesse come unico obiettivo di rimandare la tornata elettorale. Questo era lo scenario. Ci siamo preoccupati in questi due anni e mezzo di mettere a posto il passato“.

Renzi ricorda poi che “i fondi europei sono italiani, noi diamo 20 miliardi e ne recuperiamo 12; gli altri 8 vanno ai Paesi che devono crescere e che si presentano insieme”. “Bisogna aprire un tavolo in Europa quegli 8 miliardi di differenza non possono andare per costruire muri in quei Paesi per respingere i migranti. Lo facessero con i soldi loro”.

Ospite di “Che tempo che fa”, Renzi ha dichiarato: “Io non sono in grado di restare nella palude. Uno sta al potere finché può cambiare se dobbiamo lasciare le cose come stanno vengano altri che son bravi a galleggiare. Mi dimetterò? E che facciamo, lo stesso errore?”.

“La politica non è l’unica cosa che conta nella vita. La riforma è un treno che ripassa tra 20 anni, se ripassa. Non troverete un solo politico disposto a ridursi lo stipendio. Oggi si ha paura di dire si. Il referendum – ha evidenziato Renzi – non è il Congresso del Pd. Chi vuole il Congresso del Pd deve aspettare il 5 dicembre, da lì in poi ci sarà un bellissimo Congresso”.

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