Prandelli: “In nazionale critiche vergognose, un massacro. Ma non provo rancore”

di Redazione

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Prandelli: “In nazionale critiche vergognose, un massacro. Ma non provo rancore”

| giovedì 17 Novembre 2016 - 11:42

Cesare Prandelli ha ripercorso alcuni dei momenti salienti della sua avventura alla guida della Nazionale Italiana, senza risparmiare critiche sul trattamento a lui rivolto e sul sistema calcio in Italia.

Prandelli, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato: “La nazionale è una missione: non puoi dirle no anche se non è al centro dei progetti perché c’è una Lega forte che vuole tutelare i propri interessi. Io non sono scappato: criticare è giusto, massacrare no. Ma è tipico italiano: ti portano su per buttarti giù. Collaboravo con varie associazioni benefiche e dopo il Mondiale mi hanno gettato via, tradito. Umanamente lo trovo sconvolgente: una ferita che rimane aperta, ma io continuo a non provare rancore”.

Da allenatore del Valencia, Prandelli guarda con piacere al tipo di calcio che si sta affermando in Serie A: “Si va finalmente verso un calcio propositivo. Ci sono tanti allenatori bravi. Juventus, Napoli e Roma fanno bene con tre sistemi differenti: è positivo, la diversità alimenta la crescita. Milano è in grave ritardo, ma è fisiologico. E per ripartire servono basi solide che forse mancano: le milanesi devono tornare protagoniste”.

E pensare che anche Suning lo aveva contattato: “É vero mi avevano cercato, ma si trattava di un progetto tecnico per il Nanchino, non per l’Inter. Qui a Valencia del resto sto benissimo: si segue il calcio in modo esigente, ma è una città solare, che sa anche sdrammatizzare”.

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