Russiagate, Michael Flynn è pronto a testimoniare | “Ma in cambio dell’immunità”, rivelano i media

di Redazione

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Russiagate, Michael Flynn è pronto a testimoniare | “Ma in cambio dell’immunità”, rivelano i media

| venerdì 31 Marzo 2017 - 09:09

Michael Flynn, l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale, ha detto all’Fbi e alle commissioni parlamentari che indagano sul Russiagate di essere disponibile a testimoniare. Ma secondo il Wall Street Journal, solo in cambio dell’immunità. Flynn era stato costretto a dimettersi per aver nascosto al vicepresidente Pence di aver discusso con l’ambasciatore russo in Usa delle sanzioni americane prima dell’insediamento di Donald Trump.

Sempre secondo il quotidiano, l’offerta sarebbe stata inviata dal suo avvocato, Robert Kelner, alla polizia federale americana e alle commissioni di inchiesta della Camera dei rappresentanti e del Senato. Ma al momento, sostiene il Wsj, non sarebbe stata accettata.

“Non si sa se Flynn abbia proposto di parlare di aspetti specifici del periodo trascorso a lavorare per Trump, ma il fatto che chieda l’immunità suggerisce che Flynn ritiene di potere ritrovarsi con problemi giudiziari dopo il suo breve mandato da consigliere della sicurezza nazionale”, si legge nel quotidiano.

Intanto Donald Trump pensa alla politica estera: “L’incontro la prossima settimana con la Cina sarà molto difficile, perché non possiamo avere un massiccio deficit commerciale e perdita di posti di lavoro. Le compagnie americane devono prepararsi a guardare ad altre alternative“, ha twittato il presidente americano. Il più grosso deficit commerciale degli Usa è con Pechino, poi Giappone, Germania e Messico.

E si parla anche di Nafta, il North American Free Trade Agreement che l’amministrazione Trump vuole rinegoziarecon Mexico e Canada. Trump ha già sottoposto una serie di linee guida al Congresso. Il rappresentante per il commercio Usa ha inviato un documento di otto pagine in cui annuncia che l’amministrazione intende iniziare i colloqui con i due Paesi per modificare il patto.

Infine il solito, difficile rapporto con i media. Trump rilancia infatti la minaccia di modificare la legge sulla diffamazione che rende difficile per i personaggi pubblici denunciare i giornalisti: ”Il fallito New York Times ha disonorato il mondo dei media. Cambiare la legge sulla diffamazione?”.

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