Uccide il marito a colpi di lampada e poi si suicida | “Perdonatemi per il dolore ma non ce la faccio più”

di Redazione

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Uccide il marito a colpi di lampada e poi si suicida | “Perdonatemi per il dolore ma non ce la faccio più”

| venerdì 07 Aprile 2017 - 09:24

“Non ce la faccio più, perdonate per il dolore che vi sto dando ma non posso più vedere soffrire il papà in questo modo ed anche per me il tempo è ormai scaduto”. Con questo drammatico messaggio, una donna di Roveredo in Piano (Pordenone) ha ucciso il marito a colpi di lampada in testa, prima di lasciarsi soffocare con un sacchetto di plastica.

L’omicidio-suicidio è avvenuto in un appartamento in un quartiere centrale e signorile che si trova alla prima periferia del capoluogo provinciale. Giuseppina Redivo, 79 anni ha quindi voluto porre fine alle sofferenze del marito, Roberto Redivo, di 86 anni, da tempo afflitto da una patologia degenerativa e costretto a letto.

All’anziano era anche stata diagnosticata una malattia terminale. A fare la tragica scoperta è stata la figlia, Mariagrazia, che faceva quotidianamente visita ai genitori e aiutava la madre nell’assistere il padre. Nel tardo pomeriggio, la figlia non riuscendo a mettersi in contatto con i genitori, è salita in auto ed è corsa da loro.

L’appartamento era chiuso dall’interno con quattro mandate. La figlia ha provato a rianimare la madre, ma non c’è stato nulla da fare. Qualche istante dopo è entrata nella camera del padre trovandolo in una pozza di sangue, con la testa fracassata da svariati colpi inferti con la pesante lampada del comodino.

Accanto al letto c’erano le lettere anche per l’altro figlio, Maurizio, che vive a Roma e che rientrava in Friuli appena il lavoro glielo consentiva. La donna ha dato precise indicazioni sulle modalità di svolgimento delle esequie. Piegati, uno vicino all’altro, c’erano anche gli indumenti da far indossare alle salme durante il funerale, compresa la biancheria intima. Amici della coppia hanno riferito che anche alla donna sarebbe stata diagnosticata una malattia inguaribile.

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