Ddl biotestamento, c’è il “via libera” della Camera | A favore hanno votato in 326, 37 i voti contrari

di Redazione

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Ddl biotestamento, c’è il “via libera” della Camera | A favore hanno votato in 326, 37 i voti contrari

| giovedì 20 Aprile 2017 - 07:32

Stop all’accanimento terapeutico, ma se il medico non vuole staccare la spina può appellarsi all’obiezione di coscienza. Questo il contenuto del ddl sul testamento biologico, a dieci anni dal caso di Pier Giorgio Welbylae a due mesi da quello del dj Fabo, approvato dalla Camera con 326 “sì” e 37 “no”. Adesso il testo passerà all’esame del Senato.

Nel provvedimento entrano il divieto all’accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente ad abbandonare la terapia, anche nelle cliniche private e cattoliche.

Il medico può però rifiutarsi di ‘staccare la spina’ in base al principio dell’obiezione di coscienza. Se il medico decide quindi di rifiutarsi, un altro medico della stessa struttura dovrà intervenire per far rispettare le disposizioni del paziente.

La Camera, ieri,  ha approvato i primi due articoli della legge sul testamento biologico, il cuore del provvedimento, che introduce in Italia il divieto all’accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia.

Il cammino appare ancora lungo e tortuoso, ci sono tanti articoli da discutere. Fra i punti più delicati e controversi c’è quello che riguarda nutrizione e idratazione artificiali: le società scientifiche ritengono sia un atto medico mentre per i cattolici non andrebbe interrotto mai.

Si discute anche sulle cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale che non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall’applicazione delle norme sul biotestamento “non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi”. L’Aula della Camera infatti ha respinto a scrutinio segreto l’emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli “volto ad evitare penalizzazioni nei rapporti che legano quelle strutture al Sistema sanitario nazionale”.

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