Alitalia, “ok” all’amministrazione straordinaria | Gubitosi, Laghi e Paleari nominati commissari

di Redazione

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Alitalia, “ok” all’amministrazione straordinaria | Gubitosi, Laghi e Paleari nominati commissari

| martedì 02 Maggio 2017 - 07:00

“Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha disposto oggi con decreto l’ammissione di Alitalia all’amministrazione straordinaria in base al decreto legge Marzano”. Nella nota del Mise, il ministero dello Sviluppo Economico, si legge anche della nomina del collegio commissariale composto da Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.

In mattinata era stata diffusa una nota ufficiale nella quale si precisava che il Cda prendeva atto “della grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, del venir meno dei soci e dell’impraticabilità, in tempi brevi, di soluzioni alternative”.

“I soci italiani ed Etihad – continua la nota dell’azienda – convinti del potenziale di crescita dell’azienda, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro, attraverso forti investimenti e una riduzione dei costi strutturali che, per due terzi, non erano relativi al costo del personale condizionando la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali, venuto meno con l’esito del referendum tra i dipendenti”.

La compagnia aerea ha rassicurato i clienti e quanti già hanno acquistato i biglietti per volare con i loro aerei: “I voli e le operazioni non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista”.

Ci saranno sei mesi di tempo per presentare un programma di salvataggio dell’azienda. Nel frattempo bisognerà consentire il funzionamento dell’azienda e per garantire questo passaggio sarà effettuato un prestito ponte di circa 500 milioni di euro con il Ministero del Tesoro.

Cosa ne sarà di Alitalia? C’è la possibilità di un rilancio grazie a un nuovo accordo coi sindacati o anche l’immediata messa in vendita dell’azienda, così come avvenne nel 2008. Insomma, sei mesi di tempo per decidere se decretare il definitivo fallimento e la liquidazione della compagnia oppure venderla in blocco o, più verosimilmente, a pezzi.

Spettatori molto interessati i circa 12.500 lavoratori, il cui futuro occupazionale è denso di nubi. Al momento è del tutto da escludere la possibilità che la compagnia venga nazionalizzata.

“Siamo rammaricati, abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per supportare Alitalia in qualità di azionista di minoranza, ma è chiaro che la compagnia ha bisogno di una ristrutturazione profonda e su vasta scala per sopravvivere e crescere in futuro”, si legge in una nota del numero uno di Etihad, James Hogan. “I nostri investimenti, insieme a quelli degli altri azionisti – si legge – hanno aiutato a proteggere migliaia di posti di lavoro”.

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